Giacomo Matteotti: l’uomo, l’idea, il mito
Ad Abano un convegno e una targa per ricordare una delle figure più significative della nostra storia democratica
Tra le molte iniziative svoltesi in occasione del centenario dell’omicidio di Giacomo Matteotti, la Biblioteca Civica “Federico Talami” di Abano Terme ha organizzato il 15 giugno scorso un convegno dal titolo “Giacomo Matteotti: l’uomo, l’idea, il mito”.
La prima relazione ha avuto per titolo “L’uomo e l’idea”. Con grande capacità di sintesi il professor Gianpaolo Romanato, presidente del Comitato scientifico di Casa Matteotti e autore del libro Giacomo Matteotti, un italiano diverso uscito per i tipi di Bompiani, ha evidenziato gli aspetti salienti della personalità e dell’azione del deputato polesano. Si tratta di un’operazione culturale di estremo interesse poiché tradizionalmente Matteotti è stato relegato nel santino del martire, mentre la sua lezione di rigore, di impegno a favore del riscatto delle classi più umili attraverso gli strumenti democratici è tuttora di grande attualità.
Proprio sull’aspetto della figura del martire si è soffermata la relazione della dottoressa Rossella Pace, segretaria nazionale della Fondazione Matteotti, intitolata “Il mito di Matteotti nel Ventennio e nella Resistenza”.
Il dottor Matteo Millan ha svolto una relazione su “La violenza fascista dal 1919 al 1924”, grazie alla quale ha inquadrato il delitto Matteotti nel contesto di delinquenza e sopraffazione messe in atto dal regime che, però, si inserisce in una prospettiva europeo.
Infine il dottor Dario Verdicchio ha collegato Matteotti ad Abano Terme con la relazione “Come pescar le balene in acqua dolce: Ezzelino Faccini, un segretario comunale socialista ad Abano”. In effetti, nella primavera del 1922 Matteotti entrò in un periodo di semiclandestinità e venne ospitato dall’allora segretario comunale di Abano, appunto Ezzelino Faccini, che era un suo uomo di fiducia.
Alcuni giorni dopo il convegno, e precisamente il 22 giugno presso la sede del Comando dei Carabinieri di Abano Terme, in viale delle Terme, si è svolta la cerimonia di scopertura di una targa in memoria di Giacomo Matteotti.
“È la degna conclusione di una serie di iniziative che hanno visto il culmine nel Convegno svoltosi il 15 giugno scorso presso la Biblioteca Civica” ha spiegato il Sindaco di Abano Terme Federico Barbierato. “Il testo della targa” continua il Sindaco “riprende quanto scritto nella deliberazione del Consiglio Comunale n. 60 del 1946, con cui si cambiò il nome di Via Roma, imposto dal regime fascista, in via Matteotti”. Ed ecco il testo: In memoria di Giacomo Matteotti, martire vittima della tirannia fascista e simbolo purissimo di libertà e giustizia, che in uno dei periodi di più feroce persecuzione e di delittuosa omertà regia (primavera 1922) trovò ad Abano, in questo edificio presso l’allora Segretario Comunale Ezzelino Faccini, fraterno clandestino asilo.
Bisogna sapere che nel 1922 il Comune utilizzava l’immobile, ora sede del Comando dei Carabinieri, come alloggio per il segretario comunale. Come ha ricordato Verdicchio, Faccini era uno stretto collaboratore di Matteotti e questo spiega perché il martire polesano trovò rifugio proprio in quell’edificio.
“Porre questa targa” ha concluso Barbierato “si pone in continuità ideale con la posa delle pietre d’inciampo svoltasi a gennaio. Noi vogliamo preservare l’identità della nostra comunità e per farlo occorre conservare la memoria di quanto è successo ad Abano e tramandarlo a chi verrà dopo di noi”.