Il PEN Internazional e il caso di Pinar Selek
La scrittrice, sociologa, femminista e attivista turca è ancora sotto mandato di arresto internazionale dopo 25 anni di persecuzione giudiziaria
Il PEN International in occasione dell’8 marzo 2024, giorno internazionale delle donne, ha deciso di celebrare ancora una volta la scrittrice, sociologa, femminista turca Pinar Selek mettendola al centro di una serie di appelli per non far cadere il suo caso nel dimenticatoio. Sì, ancora una volta perché il processo a suo carico è continuato per un decennio e recentemente si è tramutato in mandato internazionale di arresto.
Era il 1998, al Bazar delle Spezie di Istanbul un’esplosione uccise 7 persone e ne ferì 127, coinvolgendola in una tragica odissea: era nota per aver difeso gruppi di persone svantaggiate, senza rappresentanza, vulnerabili come i bambini di strada, la comunità LGBTI, le donne e i Kurdi in Turchia. Facile quindi accusarla di complicità con i curdi del Pkk e tipico della giustizia Turca allungare all’infinito le cause per asservire le persone coinvolte.
Ebbe inizio una battaglia legale in cui si alternavano proscioglimenti come nel 2006, 2008, 2011 e 2014, fondati su testimonianze di esperti che confermavano una perdita di gas come causa possibile. Ma dopo ogni assoluzione arrivava la richiesta di un nuovo processo. Il quarto culminò, nel gennaio 2013, in una condanna peggiorativa con sentenza a vita. Prima in Germania e poi dal 2012 Pinar visse in Francia grazie alla doppia cittadinanza. Ma i processi continuavano per la Suprema Corte d’Appello e l’Alta Corte Criminale Turca con successivi pronunciamenti: il 28 giugno, la Corte ha ulteriormente rimandato ogni decisione al 7 febbraio 2025.
Ha fondato una rivista femminista Amargi e scritto libri sulle cause che seguiva. L’abbiamo invitata nei nostri gruppi PEN a portare la sua testimonianza e quella di un paese dove la libertà d’espressione ha poco valore. Era una giovane donna combattiva, ben nota nel suo ambiente e nel paese. Ha pubblicato per la casa editrice Fandango nel 2020 Le formiche festanti, La maschera della verità, La casa sul Bosforo nel 2018. Una Istanbul da fiaba quella narrata da Pinar Selek attraverso i ricordi della sua infanzia e giovinezza nella Casa sul Bosforo. E tuttavia è una fiaba non priva di ombre, il libro comincia con la denuncia del colpo di Stato del 1980 e descrive personaggi assetati di libertà e giustizia sociale, tentati dal terrorismo o spinti all’esilio. È una fiaba rosa dove le donne, romantiche e appassionate, prendono tutte in mano il loro destino mandando in frantumi i nostri pregiudizi. E in ultimo è una fiaba utopista e di confine, popolata da minoranze curde, armene e greche ben visibili: la resistenza curda è attiva, la cultura armena presente, i pogrom contro i greci nel 1955 e durante la crisi di Cipro vengono evocati. Può esistere un luogo dove persone di origini diverse s’incontrano e si aiutano reciprocamente?
“… la storia di Pinar Selek è prova di resilienza e dedizione alla verità e giustizia senza tentennamenti. Ha difeso intrepidamente i diritti delle minoranze e dato rilievo a comunità marginalizzate nella sua posizione di sociologa e femminista. Ne è risultato un vero travaglio lungo 10 anni, segnato da ripetuti processi e ingiuste persecuzioni che hanno fatto di lei e dei suoi principi un testimone privilegiato” ha affermato la presidente del Comitato delle Scrittrici del PEN, Zoe Rodriguez.
In solidarietà con questa scrittrice e attivista il Pen International ha lanciato vari appelli alle autorità Turche perché portino a termine quella profonda ingiustizia una volta per sempre. L’associazione crede anche che Pinar sia ingiustamente colpita attraverso il sistema giudiziario come misura punitiva verso le sue ricerche e studi sui curdi, trasformandola in una terrorista e fabbricando gli elementi necessari contro ogni evidenza. Queste preoccupazioni sono confermate da testimonianze che affermano che Pinar Selek sia stata oggetto di torture nel periodo 1998-2000 per estorcerle una confessione a favore delle accuse.
Ma Pinar non si arrende, continua ad agire e vivere come una formica festante.