L’”altra Rita”: un’amicizia nel nome dei giovani

Nota e stimata a livello planetario per il suo valore nel campo della ricerca, riconosciuto con l’assegnazione nel 1986 del Premio Nobel per la Medicina, la grande scienziata fu anche sensibilissima e attenta verso le necessità educative e scolastiche di ragazzi e ragazze, a favore dei quali ispirò e sostenne la nascita dei Centri di orientamento

 

Quando nel marzo 1996 decisi di chiedere il pensionamento, subito pensai di non poter spezzare così di colpo l’armonia di un dialogo con quei ragazzi assieme ai quali ero cresciuta, insieme, tra i banchi dell’Alberti di Abano per quasi trent’anni.

Mentalmente progettai uno spazio dove i giovani di Abano potessero incontrarsi al pomeriggio per leggere, discutere e soprattutto trovare persone qualificate, disponibili all’ascolto dei loro problemi scolastici e non, per un consiglio, una soluzione.

Un modo per mettere a disposizione del tessuto umano e sociale della città termale la propria esperienza. Per questo avevo già cercato di coin­volgere nel mio progetto alcuni colleghi pensionandi. Ma l’idea nuova esposta all’assessore Pennisi e al professor Ponchio, pur interessante, era irrealizzabile per le forze di una singola persona.

Ecco, in queste misteriose trame della vita, l’invito a cena di una collega amica e l’incontro con la Fondazione Levi-Montalcini nella figura di Francesca Marangoni, un’inse­gnante volontaria del Centro di orientamento di Ponte San Nicolò là operante dal 1994. Allora a Padova era attivo solo il centro di orientamento scolastico professionale e sociale salesiano, diretto da suor Maria Rossi.

Subito mi entusiasmò la loro attività, basata sul pensiero – attento al futuro dei giovani – di Rita Levi-Montalcini, evidente nel bel logo. Avvertii che i principi dello statuto erano estensibili a giovani di diverse età e aperti a contenuti vari e culturali, cosa che si po­teva avvicinare alla mia idea iniziale. Confermò questa mia impressione l’in­contro con la responsabile del Centro di Ponte San Nicolò che si prodigò con Roma, sede della Fondazione, affinché anche ad Abano fosse aperto un analogo sportello. Così avvenne con l’appoggio del Comune stesso, in particolare dell’assessore alla Cultura Eloisa Pennisi e sempre di Giovanni Ponchio, direttore a quel tempo del sistema bibliotecario. Nel novembre 1996, ad Abano cominciò a funzionare lo sportello in Piazza Caduti, con un servizio di consulenza e orientamento scolastico e professionale rivolto ai ragazzi che terminavano la scuola dell’obbligo: attività promossa dall’Associazione Levi-Montalcini, costituita intanto con proprio statuto, in linea di continuità con l’esperienza e con il patrocinio della Fondazione Rita Levi-Montalcini, dedita ora alle donne africane. L’associazione si impegnava nel promuovere, coordinare, sviluppare tante attività dirette ad assistere e incoraggiare i giovani, offrendo un supporto valido alla scelta del proprio futuro e sostenendo le famiglie con figli in difficoltà; aiutava inoltre studenti demotivati a riorientarsi nel mondo della scuola e del lavoro e agevolava l’incontro dei giovani con il mondo della cultura.

Tutto facile apparentemente, in realtà con alcune difficoltà organizzative: il ri­fiuto di collaborare da parte di alcuni colleghi pensionandi e, in particolare, la malattia di mia madre e la sua morte.

Ma intervennero ancora degli incontri insperati, inattesi, risolutori. Il primo con Laura Bottaretto, in pensione da alcuni anni, che improvvisamente riapparve sulla mia strada e mi offrì con generosità il suo aiuto proprio nel momento di più grave disagio. Contattò tutte le scuole e rese possibile l’apertura del Centro.

Il secondo incontro fu con Biancamaria Fabbri-Colabich, segnalatami da un’amica comune, che subito accettò di supportarci nell’attività cui, pur da poco av­viata, già pervenivano richieste in quantità superiore alle nostre forze.

Superata questa sofferta fase iniziale, molte insegnanti in pensione, studen­tesse, laureande si sono unite a noi in un percorso che si allargava sempre più, ampliandosi dall’orientamento fino al disagio scolastico in genere, di alunni di diverse età, e alla me­diazione linguistica. Rispondeva alle esigenze di varie scuole nei rapporti con i ge­nitori, si arricchiva di approfondimenti culturali coinvolgenti anche più istituti superiori.

Ecco l’incontro avvenuto a Pordenone che evidenzia quanto numeroso fosse il gruppo dei volontari dei tre centri riuniti: Abano, Ponte San Nicolò e Pordenone.

Ricordo ancora le domande formulate nella locandina del Centro esposta nelle scuole e nelle biblioteche: “Hai problemi nel metodo di studio? Hai sbagliato indirizzo scolastico? Devi scegliere la Scuola Superiore? Devi cercare un lavoro? Il nostro Centro ti offre un aiuto”.

I motivi ispiratori delle iniziative del Centro di orientamento di Abano Terme sono tratti dal libro di Rita Levi-Montalcini “Il tuo futuro. I consigli di un Premio Nobel ai giovani”.

L’attività del Centro muoveva anzitutto dalla considerazione che, nell’età diffi­cile delle scelte, una scelta tuttavia si impone, alla fine della scuola dell’obbligo, nel nostro attuale ordinamento scolastico. Scriveva Rita: “Potrai raggiungere uno stato di serenità e di godimento, applicandoti con tutto l’impegno del quale sei capace a una delle molte­plici attività che si aprono davanti a te. Iniziare un percorso di vita alle soglie del terzo millennio è un vantaggio, oggi l’adolescente del mondo occidentale ha la fortuna di poter gestire il proprio futuro, fortuna negata non solo agli schiavi di epoche antiche, ma anche ai principi e ai plebei di tutti i tempi, ed in particolare al sesso femminile. Tuttavia que­sto stesso vantaggio può essere fonte di incertezza e di angoscia perché caratteristiche dell’età giovanile sono l’acuta sensibilità e la conseguente vulnerabilità”.

Concetti ribaditi e sintetizzati, con un linguaggio più diretto, nella lettera di indirizzo che Rita era solita inviare ai giovani e agli insegnanti impegnati nelle attività dei Centri di orientamento, evidenziando come l’impegno profuso nel percorso da lei promosso potesse avere un felice esito: “Amare il proprio lavoro costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra”. (Primo Levi, “La chiave a stella”).

Un auspicio valido per tutti e per ciascuno.

Per questo era vitale un metodo di studio valido che facilitasse la conoscenza delle proprie capacità e possibilità e anche delle proprie attitudini. Per questo il Centro di orientamento di Abano offriva brevi percorsi sul metodo di studio per una scelta della scuola superiore più consapevole. In questo modo si espresse anche il giornalista Alfredo Pescante, nel giornalino “Il Messaggero di Sant’Antonio dei ragazzi”.

Un’altra Rita, disponibile soprattutto per i giovani, ma con una grande attenzione per l’altro, una sensibilità che ho potuto condividere con lei durante brevi incontri casuali in vari luoghi di cultura e poesia, tra gli altri Pistoia e Firenze, momenti indimenticabili per la sua vivacità nell’incontro: “Siete voi quelli di Abano?”. Da qui nascevano parole autentiche che riflettevano il suo rapporto con la realtà e con gli altri. Soprattutto ricordo i festeggiamenti a Torino per i suoi cento anni. Dapprima in teatro dove parlò a braccio, rivolta ad un pubblico di più di tremila persone, sul valore del rapporto tra giovani e anziani: il mondo del coraggio e della fantasia, uniti in un progetto di vita. Poi in una pausa conviviale alla Mole Antonelliana, dove ho goduto di momenti di confidenze indicibili con questa “altra Rita”, premio Nobel ma, soprattutto, amica interessata realmente a te. Per questo, per me e per noi, lei era zia Rita.

Incontro conviviale alla Mole Antonelliana di Torino per il festeggiamento dei 100 anni

Rimane indelebile il ricordo del giorno dell’incontro con Rita Levi Montalcini ad Abano, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria della città, il 3 luglio 2002. Due le motivazioni del riconoscimento:

i meriti scientifici e l’impegno civile nei confronti dei giovani attraverso la Fondazione Levi-Montalcini, costituita assieme alla sorella Paola per onorare la memoria del padre Adamo, in seguito Associazione Levi-Montalcini.

Parte del gruppo di Abano con Rita Levi-Montalcini e il sindaco Giovanni Ponchio

Incontro con l’università di Padova durante la cerimonia del conferimento delle chiavi della città

Tratto dal libro “10 anni”, vita e attività del centro di orientamento di Abano Terme, associazione Levi-Montalcini a.p.s, anni 1996-2006. Il volume si può reperire nel sito www.marialuisadanieletoffanin.it. Per saperne di più, consultare il sito internet https://levimontalcini.org.

Ti potrebbero interessare anche questi articoli

Prende avvio l’anno scolastico: iniziamolo con un pensiero, grato, agli insegnanti

Ogni nuovo anno scolastico porta in sé attese, aspettative, discussioni, polemiche. Le varie riforme del sistema dell’istruzione, più volte annunciate o adottate nel corso degli ultimi decenni, sono state in genere considerate peggiorative o quantomeno inefficaci rispetto allo scopo, uno…Continua a leggere →

La mia vita, la mia Ucraina: un racconto-testimonianza

In questo momento, nel quale l’attualità ha portato all’attenzione internazionale la triste situazione del popolo ucraino, ospitiamo più che volentieri il racconto di una donna che ha costruito la sua vita nel nostro Veneto, ma che conserva un forte legame…Continua a leggere →

Giacomo Matteotti e Sebastiano Schiavon, due combattenti per la giustizia sociale

È stato degnamente celebrato il centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti ad opera di una squadraccia fascista, su ordine di Mussolini. Ci sono stati convegni, una bella mostra a Rovigo, il restauro della casa museo di Fratta. Un uomo coraggioso che…Continua a leggere →

Emergenza carceri, un problema dalle molte facce

Per discutere, tecnicamente, sull’emergenza carceri bisogna passare in rassegna le norme che disciplinano il sistema italiano delle pene. Per far ciò, è necessario partire dall’art. 27, comma 3, della Costituzione, il quale statuisce che “le pene non possono consistere in…Continua a leggere →

L’ultima lettera di Luigi Pierobon, partigiano cattolico

Il 17 agosto del 1944 moriva fucilato a Padova il partigiano cattolico Luigi Pierobon, nome di battaglia “Dante”, studente universitario presso la Facoltà di Lettere. Aveva solo ventidue anni. Al momento dell’esecuzione teneva nella mano il rosario di sua madre….Continua a leggere →