Esiste una letteratura per l’infanzia?

Un’appassionata riflessione, ricca di stimolanti considerazioni, sui libri destinati ai giovanissimi

Iniziare ponendosi la domanda se esista una letteratura per l’infanzia porta già in sé almeno un paio di contraddizioni. La prima: non esistono più letterature bensì la letteratura, nel suo essere una forma dell’arte, come magistralmente afferma Maria Teresa Andruetto nel saggio, curato da Gabriela Zucchini, Per una letteratura senza aggettivi, pubblicato da Equilibri (2014, traduzione di Paola Donatiello). E ribadisce Giorgia Grilli: considerarla in sé [la letteratura per l’infanzia] come forma artistica tra le altre forme d’arte, una che però trova nel pretesto dell’essere “per l’infanzia” la chiave di volta per esprimere cose che altrove non potrebbero e non si presterebbero a essere dette (G. Grilli, Di cosa parlano i libri per bambini, Donzelli, 2021). La seconda contraddizione: mettere in dubbio che vi sia una vera letteratura con libri per bambini e bambine significa, in qualche modo, pensare che i bambini e le bambine non siano veri lettori e lettrici. A quest’ultimo proposito, ben erudisce Mac Barnet, talentuoso autore di libri per l’infanzia, nel saggio La porta segreta. Perché i libri per bambini sono una cosa serissima, edito da Terre di Mezzo (Milano, 2024, traduzione di Sara Ragusa), in cui afferma: proprio come il pediatra si prende cura del corpo, e lo psicologo infantile si preoccupa delle loro menti, l’autore di libri per bambini nutre le loro anime. Quando pensiamo all’infanzia, ai servizi ad essa rivolti, alle attenzioni ed alle responsabilità che chiama in campo, spesso ricorrono termini come qualità, riconoscimento dei diritti dell’infanzia, cure professionalmente qualificate, cultura dell’infanzia. Tuttavia, quando si parla di letteratura per l’infanzia, s’inciampa nel pregiudizio di ritenerla una letteratura inferiore. Eppure, in letteratura non mancano capolavori capaci di rivolgersi con verità, autenticità, creatività e meraviglia a giovanissimi lettori e lettrici. Per fare buona letteratura “per l’infanzia” servono gli stessi ingredienti necessari per ogni letteratura, con in più la capacità di uno sguardo capace di cogliere ciò che all’infanzia interessa, ciò che la intriga. Sempre più la scrittura edulcorata, didascalica e leziosa, quella che accontenta molti adulti, tanto per essere sinceri, è lontana dal potersi definire per l’infanzia. Che cosa cercano i bambini e le bambine nei buoni libri? Avventura letteraria, sorpresa, conferma, meraviglia, stupore, fantasia ed immaginazione, non certo la ridondanza sulla cosa giusta da fare, il modo corretto di agire, le parole educate da ripetere. Tutto questo è già propinato in abbondanza al di fuori dei libri, dal risveglio all’addormentamento. Ecco perché, talvolta, i buoni libri per l’infanzia non sono capiti dagli adulti, spiazzano e disorientano lo sguardo dei “grandi”. Dopotutto, il mondo dell’infanzia appartiene solo all’infanzia: gli adulti possono solo immaginarlo, sforzarsi di praticare uno sguardo sull’infanzia che potrà essere tanto più prossimo quanto più aperto alla consapevolezza della distanza che ci separa dalla stessa.

La produzione editoriale per l’infanzia, in quest’ultimo decennio, è elevatissima (si parla di bulimia editoriale), tanto da rendere complicato mantenere vigile e aggiornata la conoscenza di quanto disponibile negli scaffali delle librerie, con pubblicazioni cha velocemente escono dai cataloghi. Se a questo si aggiunge la scarsità di librerie specializzate, indipendenti, con un’offerta ampia di libri per l’infanzia, specialmente nelle periferie, l’educazione al piacere di leggere e la pratica di buone letture fin da piccolissimi è lasciata alla sola responsabilità delle biblioteche pubbliche di paese. Fortunatamente (ma non può essere ridotto tutto a fortuna!), bibliotecari e bibliotecarie sempre più attenti hanno adottato in pieno il programma nazionale di promozione precoce della lettura ad alta voce, ossia il programma “Nati per Leggere” (per maggiori dettagli si suggerisce la consultazione del sito www.natiperleggere.it), impegnando cospicue risorse per la dotazione di libri e l’allestimento di aree dedicate con tappeti, cuscini e scaffalature ad altezza di bambino e bambina. A questo si sono aggiunte iniziative di letture per le diverse fasce d’età, incoraggiando i genitori, e tutti coloro che sono impegnati a vario titolo nelle cure per la fascia zero-sei anni, a recarsi in biblioteca per partecipare ad incontri di lettura ad alta voce e, cosa ancora più importante, a trascorrere del tempo sfogliando i libri disponibili e a prenderli in prestito. Molte amministrazioni locali, oramai da diversi anni, hanno scelto di dare il benvenuto ai nuovi nati donando un libro e fornendo dépliant informativi sull’importanza di leggere con i bambini e le bambine fin dai primi mesi di vita, se non anche durante la gravidanza (è oramai comprovato che l’udito si sviluppa precocemente durante la gestazione e che, fin dalla nascita, i neonati distinguono la voce materna).

La lettura è un atto di promozione del benessere che si attiva nella relazione fra piccini e adulti che leggono insieme, che osservano e interpretano le illustrazioni, che scoprono e si divertono grazie alle stimolazioni date da un buon libro. I bambini e le bambine leggono con gli occhi, con le orecchie, con le mani, con la bocca e annusando. La qualità del libro è fondamentale e imprescindibile: qualità delle parole (anche quando sono poche o assenti, ne richiamano sempre di specifiche), qualità delle illustrazioni (senza stereotipie, con tratti originali ed esperienze estetiche differenti), qualità del formato e della veste grafica. Nel libro per l’infanzia, e nell’albo illustrato in generale, tutto concorre alla narrazione. Il coordinamento nazionale del programma Nati per Leggere, che vede la presenza di esperti del settore, di bibliotecari, di librai, di pediatri ed educatori, è impegnato anche nella scelta e nella critica letteraria fornendo una selezione di più di duecento libri, presentati nell’ultima edizione della bibliografia ragionata 2023 pubblicata a cura dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB che, insieme al Centro per la Salute del Bambino di Trieste-CSB e all’Associazione Culturale Pediatri-ACP, ha avviato in Italia, nel 1999, il programma nato negli Stati Uniti nel 1989 per iniziativa dei pediatri del Boston Medical Center con il nome Reach Out & Read). Libri di qualità e la lettura condivisa, fruiti quotidianamente, diventano un connubio capace di mostrarsi in tutta la sua valenza benefica. Parole e illustrazioni, godute in un contesto di vicinanza, dove le domande e la curiosità dei più piccoli possono trovare legittima espressione, avviano processi di costruzione dei saperi e dei significati, di dialoghi democratici, di spunti di riflessione, di conoscenze culturali sempre più articolate e ricche a mano a mano che i libri crescono insieme ai bambini e alle bambine e agli adulti impegnati a leggere con loro. Una pratica, quella di leggere e dialogare, che diventa palestra di formazione del pensiero critico, di sviluppo culturale, di ampliamento delle conoscenze, grazie ad un’azione semplice quanto rivoluzionaria: prendere in mano un libro, leggere le parole, interpretare le illustrazioni, godere della storia, lasciarsi coinvolgere nel processo di costruzione di dialoghi e relazioni che i buoni libri sollecitano e, in tutto ciò, sentire di far parte di un mondo tanto grande quanto bello e affascinante. Perché questo attiva l’incontro con la letteratura, perché questo sanno fare i buoni libri. Il diritto alle storie, dunque, si completa nel diritto ad avere buoni libri di letteratura per l’infanzia e adulti attenti a riconoscerne il valore e a garantirne l’accesso.

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