Conservare la rotta in un mondo che appare fuori da ogni controllo

[ EDITORIALE IN VIA DI COMPLETAMENTO ]

Quante volte abbiamo sentito dire “il mondo sembra impazzito”? Molte, nella nostra vita, soprattutto da chi aveva più anni di noi, che vedeva disgregarsi poco a poco le certezze e i riferimenti, e spesso anche i valori, cui era in precedenza o per formazione abituato e nei quali si riconosceva. Tuttavia, spesso, si trattava d’una sensazione personale, legata più ai costumi e all’ambiguità del progresso (il “progresso scorsoio” di cui parlava Zanzotto) che ad un globale sovvertimento. Oggi, che a nostra volta non siamo più giovani, che il mondo sembri impazzito tocca a noi dirlo, ma lo scenario va ben oltre le circostanze e le vicissitudini individuali. Perché se i sommovimenti non sono certo mancati, negli ultimi decenni, così come vicende anche drammatiche, tutto però rientrava in un ordine delle cose talora caotico, non sempre ben decifrabile, ma in fondo gestibile, magari con un po’ di rassegnazione e senza farsi né troppo coinvolgere né eccessivamente illudere: una specie di quadro generale, insomma, nel quale permanevano quantomeno alcuni punti fermi. Ma adesso?

Lo scenario internazionale, da un paio d’anni a questa parte e ancor più negli ultimissimi mesi, sembra aver smarrito – oltre all’umanità, che è comunque raramente stata al centro dell’attenzione – ogni razionalità, tanto di pensiero che di azione. Anche nei tempi peggiori, almeno nel mondo occidentale, gli ultimi otto decenni permettevano d’avere qualche certezza, basata quantomeno su equilibri diplomatici e comportamenti condivisi. Adesso non è più così: il destino dell’Europa, forse del mondo, è ostaggio di due contendenti – un aggressore e un aggredito – tra i quali non sembra poterci essere alcuno spiraglio di mediazione e dove ogni proposta per fermare il conflitto finisce in manfrine e teatrini. In Medioriente, una nazione da sempre inserita nel consesso democratico ha reagito ad un attacco mostruoso con un eccidio di dimensioni smisurate, al di fuori di qualsiasi concetto di proporzionalità e umanità, rimanendo del tutto sorda ai moniti, richiami e alla condanna da parte di quasi tutti i Paesi e le organizzazioni internazionali. Le regole che un tempo più o meno funzionavano, per reciproco rispetto o timore, per deterrenza o opportunità, vengono aggirate e ignorate come non avessero più alcun valore.

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