Considerazioni sul volontariato: l’amore come forza che può modificare la realtà
L’altra domenica sono andato a messa a Ponte di Brenta, e una strofa del canto iniziale diceva: “vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore…”. Ma che cos’è l’amore? Ce lo chiediamo?… I latini oltre 2000 anni fa l’avevano capito. A-more, “a” privativo rispetto a mors mortis morte: amore è assenza di morte, quindi l’amore è vita. Allora la strofa del canto si può leggere così: vivere la vita è l’avventura più stupenda della vita” Ma per amare c’è bisogno di uno sforzo, che proviene dal nostro cervello cognitivo, dal cervello periferico, dalla corteccia, la parte più evoluta e recente del nostro cervello. Quello sforzo si chiama volontà, da cui deriva… volontariato.
Uso, umilmente, parole della professoressa Daniela Lucangeli, filosofa, psicologa, neuro scienziata dell’università di Padova e della psichiatra Erica Poli, cercando di non storpiarle troppo…
Sapete cosa succede quando un essere umano riceve amore? La neuro-scienza, attraverso le neuro-immagini, ci dice che quando riceviamo amore si attivano aree profonde del nostro cervello primitivo, involontario, il più antico nella storia della nostra evoluzione. Si accendono aree che sono vicine e collegate ai nostri bisogni primari, come quando sentiamo sete, fame, bisogno di fare la pipì, aree vicinissime a quando il cervello sta per spegnersi definitivamente, quando dice al cuore di non battere più.
Dal 1997 ci sono neuroscienziati che ci dicono come noi siamo il risultato dell’amore che il nostro connettoma – l’insieme della rete neuronale, con tutte le sue connessioni – ha ricevuto, soprattutto nella fase fetale e nei primi anni di vita. Prima sapevamo d’essere quello che è scritto nel nostro dna, pensandolo come qualcosa di fisso che, attraverso l’rna messaggero, “dice” alla cellula cosa fare… Poi invece si è scoperto anche l’rna messaggero che agisce per così dire in direzione contraria, ricevendo informazioni dall’esterno e portandole al dna, che quindi può esserne trasformato.
Quando una persona riceve amore, carezze, buone parole, vibrazioni e frequenze positive, il suo dna viene modificato. Quindi amare permette letteralmente di salvare le persone, fornendo loro informazioni che possono venire trasmesse per tre generazioni.
Grazie, allora, a chi fa uso della propria volontà per donare amore e trasformare le persone in esseri umani emotivamente migliori, o per alleggerire quello zaino pesante che alcuni si portano in spalla: perché spesso non è il macigno a schiacciare, ma il sasso che si aggiunge a quelli di cui già si è carichi.
