Parchi e Viali della Rimembranza: un percorso nella memoria italiana, guidati da un libro del 1923
Durante le vacanze estive a Sottoguda è obbligo, un sabato, andare nella vicina Val Fiorentina a visitare la duecentesca chiesetta di Santa Fosca, con sculture in legno del Brustolon, e poi lì vicino curiosare nel mercatino di Pescul. I banchi non sono molti, ma posti in una piazzetta da cui si può ammirare da una parte la Marmolada, con il suo ghiacciaio ridotto al minimo, e dall’altra l’imponente massiccio del Pelmo. Inoltre si trovano ottimi prodotti artigianali in legno, di antiquariato locale e occasioni convenienti di abbigliamento tirolese e soprattutto formaggi di malga.
Alcuni anni fa, un sabato, andando con due cari amici appunto al mercatino, poco prima di Pescul, a L’Andria – piccolo borgo con antichi fienili e case in stile ladino – abbiamo osservato una cosa molto strana: due cassonetti delle immondizie talmente colmi di libri da vederne anche sparsi per terra. Non abbiamo perso tempo e ci siamo subito fermati di fronte a questo scempio. Decine di libri pubblicati tutti da fine ottocento ai primi decenni del ’900: di scuola, religiosi, romanzi. Probabilmente qualche acquirente di una di quelle bellissime case di L’Andria la stava svuotando di tutte le cose per restaurarla. Senza parlare, guardandoci negli occhi, abbiamo cominciato a riempire il bagagliaio delle nostre macchine e anche i sedili posteriori. Non era possibile buttare al macero tanta bellezza.
Ora, dopo tanti anni da quell’episodio, mi è capitato tra le mani uno di quei libri editato nel 1923 da R. Bemporad e Figlio (Firenze) e scritto da Dario Lupi, dal titolo Parchi e viali della Rimembranza, prezzo in Firenze lire 8,20, in altre città del Regno 9. E un bellissimo oggetto di 250 pagine, copertina bianca con disegnata in celeste una pianta con appesi baionetta ed elmo e la scritta In memoria. Nella seconda pagina la foto dell’autore protetta da una velina e tutto il libro presenta le pagine da ritagliare.

L’idea di realizzare i Parchi e viali della Rimembranza in ogni comune italiano venne lanciata il 26 novembre 1922 in occasione della festa dell’albero a Fiesole proprio da Dario Lupi, allora sottosegretario alla Pubblica Istruzione. Siamo al primo governo di Benito Mussolini insediatosi nell’ottobre dello stesso anno subito dopo la Marcia su Roma e la caduta del governo Facta. Nel 1918, alla fine della Grande Guerra, l’intero territorio nazionale, soprattutto nel Veneto, è interessato da un’invasione di monumenti e ossari, dedicati ai caduti. Si tratta di rendere omaggio, da parte dell’intera comunità, a chi ha dato la propria vita per una causa comune. Ma si tratta pure, per i vari comuni, di mettere d’accordo i diversi modi di pensare, con idee contrapposte sulla guerra tanto che questi monumenti sono in larga parte derivati dalla tradizione commemorativa risorgimentale. Fa eccezione in questo quadro la trionfale cerimonia del Milite Ignoto, non a caso compiuta negli ultimi mesi del 1921, durante il governo dell’ex socialista Ivanoe Bonomi: la cerimonia del Milite Ignoto costituisce il principale tentativo da parte del blocco politico avverso all’incipiente fascismo di sottrargli l’egemonia, e ben presto anzi il monopolio, nella commemorazione della Grande Guerra e dei suoi caduti. Tentativo vano e compiuto in ritardo. Infatti l’anno successivo il fascismo andrà al potere, inglobando all’interno del proprio ‘culto patriottico’ lo stesso Milite Ignoto. Ecco allora ad hoc l’intervento di Dario Lupi che, nel suo discorso a Fiesole del 1922, invita tutti i Provveditori agli studi a coinvolgere le scolaresche per questa idea nobilissima: creare in ogni città, in ogni paese, anche piccolo, la via o il Parco della Rimembranza. Per ogni caduto della Grande Guerra, dovrà essere piantumato un albero; le piante varieranno a seconda della regione, del clima, dell’altitudine.
Il progetto Lupi, ispirato da un precedente canadese, trovò un vastissimo consenso. In pochi anni furono inaugurati in Italia più di duemila Viali o Parchi della Rimembranza. Questi e molti altri furono poi dichiarati, per legge, pubblici monumenti. Nel 2018 con le manifestazioni del centenario della fine della Grande Guerra si è risvegliato l’interesse per i parchi e i viali della rimembranza e l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione ha avviato, con il supporto delle soprintendenze statali, un nuovo progetto di ricerca denominato “Censimento e catalogazione dei monumenti ai caduti della Grande Guerra, lapidi, viali e parchi della rimembranza”. Dei duemila parchi stimati sul territorio nazionale, molti sono stati distrutti, trasformati e se ne è persa la memoria. Con la partecipazione attiva delle soprintendenze statali, è stato già messo a punto un primo quadro conoscitivo di 1.083 beni fra parchi/viali della Rimembranza, lapidi, monumenti della Grande Guerra distribuiti sul territorio nazionale e di questi, 941 sono i parchi e i viali che saranno oggetto di approfondimento conoscitivo.
Facendo una breve ricerca in internet ho riscontrato che in molte località del Veneto ancora esistono i viali della Rimembranza come a Castelnuovo Veronese, Soave, Noventa Padovana, Nove di Livenza, Serraglia, Pastrengo, Cerea, Villafranca Padovana, Vo Euganeo, Feltre, Isola Sant’Elena a Venezia, Asiago, Nervesa della Battaglia, Albignasego, Limena, Tregnago, San Polo di Piave. Per Chiuppano interessante il confronto tra la foto pubblicata nel libro di Lupi, con gli alberi appena piantumati, e l’immagine odierna.


