Il Pen Internazionale e l’impegno per la libertà d’espressione

Una sfida mai scontata a favore di scrittori e giornalisti minacciati: l’ultimo, in ordine di tempo, l’accademico serbo Dinko Gruhonjić

Il diritto alla libertà d’espressione occupa un posto importante nelle Costituzioni nazionali, nei fondamenti di organizzazioni internazionali – come la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea – e nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ma questo non ci illude sul reale rispetto. Ne abbiamo prova ogni giorno e, mentre conosciamo i comportamenti di dittatori che imprigionano e uccidono i “non allineati”, vediamo che anche paesi cosiddetti democratici minacciano giornalisti e scrittori che esprimono idee e parole critiche nei confronti dell’operato delle autorità. E quindi rischiano.

Proprio in questo periodo abbiamo il caso dello scrittore e accademico Dinko Gruhonjić, al centro di una pericolosa campagna diffamatoria in Serbia, comprendente minacce di morte in Serbia: la situazione per la libertà d’espressione è a un punto critico in quel paese e, di fatto, si concede impunità agli autori delle intimidazioni, come risulta da un rapporto del PEN International redatto in collaborazione con PEN Bosnia ed Erzegovina, PEN Kosovo, il Centro PEN montenegrino e PEN serbo: Narrazioni tossiche, Expression in the Western Balkans.

Per affrontare e possibilmente risolvere simili problematiche interviene il PEN, l’associazione mondiale di scrittori che promuove la letteratura e difende gli scrittori minacciati, imprigionati e torturati, attraverso una rete attiva di più di 150 centri sparsi nel mondo, per far conoscere la situazione critica, sollevare l’attenzione dei responsabili, protestare ufficialmente presso le autorità competenti. Il PEN (acronimo per poeti, esperti saggisti e novellieri) da più di 100 anni si impegna per proteggere la libertà d’espressione nel mondo: i suoi presidenti sono stati famosi scrittori come John Galsworthy, Herbert G. Wells, Arthur Miller, Mario Vargas Llosa, Heinrich Boll. Quando emerge un caso i responsabili del PEN indagano, verificano, stendono un rapporto e scrivono una protesta, che verrà inviata alle autorità del paese sotto accusa dai Centri PEN del mondo con l’intento di fare pressione per la risoluzione del caso.

Dinko Gruhonjić, nato il 15 settembre 1970, è giornalista, scrittore e docente nella Facoltà di Filosofia di Novi Sad. Lavora anche come direttore del programma dell’Associazione dei giornalisti indipendenti della Vojvodina (NDNV). Gruhonjić, autore di tre libri (due sul giornalismo e una raccolta di propri articoli), è da anni oggetto di campagne diffamatorie da parte dei tabloid filogovernativi, a causa della sua ferma critica al nazionalismo e alla glorificazione dei criminali di guerra. Recentemente, dal 14 marzo 2024, sta affrontando crescenti molestie, calunnie e minacce di morte in seguito alla pubblicazione di un video artefatto in cui è stato falsamente fatto apparire come collegato a Dinko Šakić, riconosciuto colpevole di crimini di guerra e crimini contro l’umanità durante la seconda guerra mondiale. Questo ha scatenato una persecuzione con graffiti sulla porta di casa, telefonate minacciose e insulti personali: anche gli studenti che l’hanno difeso pubblicamente sono stati minacciati di morte.

Il PEN richiama le autorità serbe al rispetto dei loro obblighi, nazionali e internazionali, di sostenere il diritto alla libertà d’espressione, garantire la protezione di scrittori e giornalisti indipendenti anche perseguendo, quando pericolosi, I loro oppositori. Siamo attenti nel seguire come evolverà il caso.

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