I “buskers”, artisti e musicisti di strada
Un modo alternativo di proporre arte e cultura, anche facendo… di necessità virtù
Busker, o artista di strada, è colui che si esibisce in luoghi pubblici (piazze, zone pedonali, strade) gratuitamente o con una piccola offerta. Ma che senso ha portare la propria “arte” per strada e non nei luoghi deputati per queste forme di spettacolo? Io posso parlare della mia esperienza di chitarrista/cantante e, negli ultimi tempi, anche di busker. Il motivo principale, spesso, è da individuare nella poca cultura musicale che molti gestori di locali dimostrano nei confronti degli artisti. A me per fortuna non è mai capitato, ma mi ha fatto molto pensare una frase detta da una amica cantautrice con all’attivo tre compact disc: “Sono stanca di sentirmi dire: quanta gente mi porti?”… oppure… “Stasera non c’era abbastanza gente quindi ti pago meno del pattuito”. A questi scorretti e umilianti comportamenti lei ha risposto proponendo, da anni, la sua arte per strada.
Nella mia esperienza diretta tutto è cominciato nell’estate di qualche anno fa, durante la vacanza estiva in un piccolo paesino di un’isola croata, rifugio mio e della mia famiglia. La sera ero solito, da solo o con un amico tedesco, suonare e cantare in riva al mare, sul porticciolo con la luna e le stelle che si specchiavano sull’acqua. Come per magia, dopo le prime note si aggiungeva sempre più gente, partecipando o anche semplicemente ascoltando la musica che proponevo. Ad un certo punto, una coppia di ragazzi italiani mi ha chiesto “Quanto ti dobbiamo per il concerto?”… Nulla, sono in vacanza… e loro “… Ma la buona musica, quella fatta col cuore, va pagata”. E così ho capito che era un desiderio delle persone, alle quali avevi toccato le corde giuste dell’animo, farti capire il loro apprezzamento con una piccola o grande ricompensa, spontaneamente, senza chiedere nulla in cambio.
Da allora alterno l’insegnamento della chitarra a serate in locali dove però la musica venga apprezzata, in teatri, o a esibizioni come busker, e devo dire che queste ultime sono per me di grande soddisfazione. Quando la gente si ferma, e spontaneamente ti mette una moneta nel “cappello”, è perché sente le note di un brano che può ricordare qualcuno o qualcosa, o semplicemente per quel brivido che corre lungo la schiena ed è il vero potere della musica; lo fanno col sorriso di chi ha ricevuto quella stessa emozione che io provo nel reinterpretare una canzone.
Buskers, quindi, nel senso nobile del termine, non mestieranti per mettere insieme il pranzo con la cena, con tutto il rispetto dovuto a questi ultimi. Nelle grandi città come Londra, che frequento spesso dato che mia figlia vive lì, la qualità degli artisti di strada è davvero molto alta. In Italia mi pare si stia andando in quella direzione, anche se il cammino è ancora lungo. Nel frattempo spero possano affermarsi imprenditori del settore con maggiore cultura e sensibilità nei confronti dei musicisti e degli artisti in genere.
Quindi, quando vedete un busker che si esibisce, dedicategli un po’ di attenzione; se non incontra il vostro gusto passate oltre, ma se vi arriva quel “brividino”… fateglielo capire.