Le norme di contrasto alla violenza sul personale sanitario
Le sempre più frequenti aggressioni agli operatori rappresentano un problema gravissimo
La violenza contro il personale sanitario è divenuta una piaga del nostro Paese.
C’è una sorta di sfiducia nei confronti delle professioni liberali e, tanto più, verso i medici e gli infermieri che, negli ultimi anni, sono stati costantemente sotto i riflettori dell’opinione pubblica.
Non passa giorno che non si legga, tra le cronache, l’aggressione a un sanitario in un qualche pronto soccorso d’Italia. Nel 2023 sono state 2.897, quasi otto al giorno, +38% negli ultimi cinque anni.
Le ragioni sono da ricercare, a parere di chi scrive, in una crescente sfiducia nella scienza positiva e nello scetticismo rispetto all’organizzazione del servizio sanitario nazionale.
Ascoltando l’umore della gente, in molti non credono più a una risoluzione scientifica dei malanni fisici, rimettendosi spesso ai guru e al fai da te.
Da altro lato, c’è una strisciante critica nei confronti della sanità, la quale viene tacciata di essere disorganizzata, carente di personale, nelle mani di praticanti inesperti e di personale straniero, nella quale si annidano, nelle posizioni apicali, i “figli di”.
Possiamo dare più o meno credito a tutto ciò, ma è ingiustificabile la violenza che viene quotidianamente esercitata negli ospedali.
Per contrastarla, la legge n. 113 del 14 agosto 2020 aveva introdotto lo specifico reato di lesioni commesse in danno dei professionisti sanitari e socio-sanitari nell’esercizio delle loro funzioni, aggiungendo un secondo comma all’art. 583-quater del codice penale.
L’attuale Governo, con il decreto legge n. 34 del 30 marzo 2023 (convertito con dalla legge n. 56 del 26 maggio 2023), ha inasprito la pena prevista, statuendo l’applicazione della reclusione da due a cinque anni (da otto a sedici anni in caso di lesioni gravi o gravissime).
Con successivo decreto legge n. 137 del 1° ottobre 2024 (convertito dalla legge n. 171 del 18 novembre 2024) sono inoltre state introdotte altre novità.
All’art. 380, comma 1, del codice di procedura penale è stata inserita la nuova lettera a-ter), la quale prevede l’arresto obbligatorio in flagranza di quanti commettono la violenza. È stata altresì prevista, all’art. 382-bis, comma 1-bis, del codice di procedura penale, la possibilità dell’arresto differito, ovvero quello eseguito entro le 48 ore attraverso il riconoscimento del reo tramite video, foto o altro documento informatico. A tal riguardo, si ricorda che in ogni pronto soccorso vi è la presenza di un presidio della polizia giudiziaria.
Viene altresì introdotto, all’art. 635, comma 3, del codice penale, lo specifico reato di danneggiamento all’interno di una struttura sanitaria. È stata prevista una pena molto alta per chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose destinate al servizio sanitario, ovvero la reclusione da uno a cinque anni e la multa fino a 10.000 euro.
Tali ultime disposizioni sono entrate in vigore a partire dal 2 ottobre 2024.
Nonostante le giuste norme che sono state adottate, rimane comunque da riflettere sulle cause che risiedono dietro la violenza contro i sanitari. Senza la rimozione di queste non è possibile pensare alla risoluzione del problema. All’ombra della commissione di qualsiasi reato, infatti, si annida sempre una questione sociale o individuale più profonda che merita sempre di essere approfondita.