L’Orchestra di Padova e del Veneto, un’eccellenza musicale

L’offerta, ampia in quantità e qualità, richiama un largo pubblico di intenditori ed estimatori

Il grande direttore Claudio Abbado una volta disse: “Fare musica non ha solo un fine estetico, la musica è educazione dell’uomo; non è necessaria alla vita, ma è il più efficace strumento per costruire una società migliore”.

Possiamo tenere presenti queste parole considerando come la musica classica sia una delle componenti culturali più rilevanti del territorio veneto: per la presenza di due fondazioni lirico-sinfoniche di caratura internazionale come l’Arena e la Fenice, per una fitta rete di conservatori  che assicurano la trasmissione del sapere musicale e, anche, per la presenza dell’Orchestra di Padova e del Veneto (OPV), unica istituzione concertistica orchestrale del Veneto riconosciuta dal Ministero della Cultura.

OPV ha ormai una lunga storia, si appresta a celebrare nel 2026 il 60esimo della sua fondazione. Creata da Claudio Scimone, è diventata nel tempo una fondazione pubblica, i cui soci sono la Regione Veneto, il Comune e la Provincia di Padova.

Fare musica vuol dire tante cose, coprire tante aree di interesse, per corrispondere all’ideale ricordato da Claudio Abbado: conservare il sapere musicale così come si è sedimentato nel corso degli ultimi tre secoli, ma anche innovare aprendosi a nuovi linguaggi e a nuove forme di ascolto.

OPV esegue in un anno oltre cento concerti, in Veneto, in Italia e all’estero, con una attività multiforme. Alla tradizionale stagione concertistica, che si sviluppa tra ottobre e giugno, si affiancano altri format di successo. La rassegna “In principio”, incentrata sulla musica sacra; i concerti “Families and Kids” rivolti agli spettatori più giovani, che portano in una sala da concerto centinaia di bambini, pubblico attentissimo ed entusiasta che viene educato al valore della musica; la rassegna “Veneto contemporanea” dedicata ai nuovi linguaggi musicali; una importante presenza televisiva su Rai 5, con la trasmissione di decine di concerti; una rilevante produzione discografica, oggetto di premi nazionali da parte della critica; una stagione lirica che si sviluppa tra Padova, Treviso, Rovigo e Bassano.

Possiamo correggere quell’immagine scontata della musica “classica” come prodotto di élite, destinato a pochi fruitori. Non è così. È una produzione che, presentata nei modi dovuti, raggiunge un pubblico vasto, pur dovendo spesso agire con ristrettezze finanziarie. Mi limito qui a ricordare alcuni eventi che hanno visto come protagonista OPV a servizio di un grande pubblico. Un prodotto innovativo di grande successo sono stati i due concerti in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica, la sinfonia “La Grande” di Franz Schubert e la suite “I Pianeti” di Gustav Holst, accompagnate da filmati con le più avanzate e suggestive immagini planetarie e del cosmo; ognuno con oltre 1300 spettatori nel nuovo centro congressi di Padova, uno dei due concerti è stato anche proposto in occasione del congresso europeo di astrofisica tenutosi nella città euganea, presentando questa innovativa produzione ad una qualificata platea di scienziati europei e affiancando così, alla qualità della ricerca scientifica svolta dalla realtà astrofisica padovana, l’eccellenza della produzione musicale, della quale si è avviata una circuitazione nazionale.

Oppure si può ricordare il concerto con la “Musica per i Reali Fuochi di Artificio” di Haendel, eseguita sul Ponte di Bassano davanti ad un pubblico di oltre seimila persone assiepate lungo le rive del Brenta. Significativo anche il concerto lirico-sinfonico tenuto in Palazzo della Ragione, a Padova, in occasione della ricorrenza della Festa della Repubblica: anche in questo caso tutto esaurito, a testimonianza di come la musica possa essere la miglior colonna sonora nel ricordare le riconquistate libertà democratiche e le festività civiche.

Nella sola Padova c’è una rilevante offerta musicale: oltre all’Orchestra di Padova e del Veneto, unica pubblica, abbiamo i Solisti Veneti e gli Amici della Musica, che pure offrono un cospicuo repertorio, tre sodalizi ognuno con una propria specializzazione in grado di soddisfare anche il pubblico più esigente. A queste istituzioni possiamo naturalmente aggiungere il Conservatorio Cesare Pollini, tra i più prestigiosi inItalia, che oltre all’insegnamento cura anche una produzione concertistica, ed altre entità minori ma comunque significative.

La capacità produttiva esiste in qualità e quantità, un pubblico sensibile pure. Restano due limiti, che andrebbero superati per raggiungere obiettivi più ambiziosi: la carenza di sale da concerto nella realtà padovana e una debole azione della Regione, rispetto ai territori vicini quali Emilia Romagna e Toscana, nel promuovere quella circuitazione regionale che permetterebbe di ottimizzare i costi di produzione. Il Comune di Padova ha avviato un progetto per migliorare la situazione delle sale per la musica, con l’acquisizione del cinema teatro MPX da riconvertire e con la ristrutturazione dell’Auditorium Pollini. Passi in avanti importanti ma che, purtroppo, richiedono tempi piuttosto lunghi, nell’arco di un quinquennio.

Potremmo concludere con un altro pensiero di un musicista, George Gershwin, di cui nel 2024 è caduto il centenario della sua più fortunata composizione, la Rapsodia in Blu. Disse Gershwin: “Mi piace pensare alla musica come a una scienza delle emozioni”. È così: la musica dal vivo, in particolare, costruisce un peculiare rapporto emotivo tra chi la esegue e chi la ascolta e questa è la missione principale che perseguiamo come OPV, musicisti, amministrativi, organi direttivi.

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