Carnevale sulle Dolomiti: le mascherate arcaiche di Laste e Sottoguda

Il comune di Rocca Pietore, in Alto Agordino, vanta ben due appuntamenti tradizionali

Da Venezia alle Dolomiti il Carnevale è trascorso anche quest’anno vivace e variopinto nella sua pluralità di eventi e usanze. In alcuni paesi dolomitici il carnevale è caratterizzato da riti ancestrali significativi. Non si tratta di semplici messe in scena dal valore commerciale ma di espressioni di cultura, storia e identità nonché di riti frutto di esigenze concrete per la vita delle comunità montane, legate alle attività e alle stagioni. Soprattutto in passato, era infatti necessario lasciarsi alle spalle l’inverno e invocare l’arrivo della primavera, augurandosi una bella stagione, fondamentale per un buon raccolto e la sussistenza stessa degli abitanti della montagna. Questi rituali di origine antichissima hanno scopo propiziatorio e benaugurante ma rappresentano anche momenti importanti di socialità, allegria e rafforzamento dei legami comunitari.

Il comune di Rocca Pietore, in Alto Agordino (provincia di Belluno) vanta ben due carnevali tradizionali con caratteristiche specifiche: la Mascorada da Laste e la Mascorèda di Sottoguda. La maschera guida a Laste è il Matacinch simbolo di autorità, potenza e bellezza evoca fertilità e abbondanza ed è accompagnato da un Lachè, più furbetto e vivace. A Sottoguda troviamo invece due Matazin e un terzo Matazin-Lachè. In passato spesso erano interpretati dai coscritti. La loro vestizione era un rito complesso che iniziava presto ad opera delle donne del paese, pensate che i vestiti venivano cuciti addosso ai personaggi! Ora la vestizione è sicuramente stata semplificata, ma l’aiuto delle esperte mani femminili resta indispensabile e prezioso ed assistervi è molto emozionante. Le maniche, i pantaloni e la casacca sono formati da fazzoletti e grembiuli colorati con sfondo a fiori (spesso di colore rosso, verde e bianco per richiamare il tricolore). A mo’ di sonagliera viene indossata una cintura con campane e campanelli (detti bronzine) che suonano vivaci quando le figure saltano e corrono. Le calze sono di colore diverso e in contrasto col relativo pantalone. Poi troviamo nastri, pon pon e a Sottoguda qualche altro piccolo dettaglio come una fascia portata di traverso sul petto e due margherite, una per scarpa. L’elemento più caratteristico è però il copricapo, che varia nelle due frazioni. A Laste il prezioso cappello del Matacinch è di forma rettangolare con la parte alta un po’ schiacciata, foderato di stoffa rossa e ricoperto di gioielli (coralli, perle, granate, anelli, specchietti) delle donne del paese, in cima è decorato con fiori di carta e piume di gallo forcello. Numerosi e lunghi nastri colorati pendono sul retro. Il Lachè indossa invece un fazzoletto come basso copricapo e reca in mano anche una bottiglia di grappa (un tempo era da offrire ai genitori per convincerli a lasciar andare le figlie al ballo serale). Entrambi hanno in mano un piccolo scettro in legno con nastri colorati. A Sottoguda il cappello invece è di forma conica, rivestito da panno rosso e da tantissimi fiori di carta variopinti fatti a mano e in cima decorato con lunghi nastri colorati. Un tempo queste figure giravano e saltavano tutto il giorno per le vie del paese, passando di casa in casa per invitare le ragazze al ballo che si svolgeva la sera. Altra figura fondamentale è il Capomascora, vestito da gran signore con frac nero, cilindro, bastone e orologio da taschino, gestisce e decide il percorso della mascherata. Il corteo un tempo era formato anche da altre figure come maschere in legno da bello e da brutto, o persone travestite da spazzacamini, pagliacci, diavoli. Vari riti caratterizzavano i giorni del Carnevale, per chiunque volesse approfondire il tema si consiglia la lettura del libro “Mata” dell’etnomusicologo Gianluigi Secco (2001).

Qualche anno fa la tradizione del Carnevale è stata recuperata con orgoglio ed entusiasmo dai giovani del posto che hanno ridato vita alle mascherate arcaiche e i suoi caratteristici personaggi. Da evidenziare inoltre il fatto che alcuni di questi giovani si sono appassionati alla scultura su legno e scolpiscono con maestria le maschere che poi vengono indossate proprio durante il Carnevale. La tradizione quindi rivive ogni anno, seppur leggermente modificata e adattata (per esempio Matazin, Matacinch e Lachè non fanno più tutta la strada di una volta! Ma saltano e corrono ancora,

seguendo un percorso più breve e prestabilito). La mascherata e la festa sono oggi aperte a tutti, quindi tutti sono invitati a prendervi parte con maschere tradizionali e non, anche e soprattutto i bambini con le loro mascherine di fantasia.

Quest’anno la Mascorada da Laste si è svolta sabato 22 febbraio mentre la Mascorèda di Sottoguda sabato 1 marzo. I due cortei, con Capomascora e musicisti apripista, hanno sfilato per le vie dei due paesi portando colore, musica e allegria. Immancabili i rinfreschi e a Sottoguda è stato organizzato anche un concorso per le maschere più belle. Un rito particolare che si è svolto a Laste invece è il “Saut del Matacinch” tra Matacinch e Lachè (in passato fatto tra due Matacinch di due frazioni diverse di Laste): un salto verso l’alto e un inchino in segno di saluto e rispetto reciproco, nonché di buon auspicio. Oltre ai personaggi caratteristici tra cui lo spazzacamino che sporcava di cenere il viso dei presenti, c’erano molte maschere di legno e alcuni travestimenti tipici di altre zone (es la Gnaga e l’Om Salvarech). Questo è il bello delle mascherate rimesse in piedi negli ultimi anni: il fatto che vi partecipino non solo i paesani ma anche amici e “vicini di casa” dalle altre vallate agordine, uniti nello scopo di valorizzare i Carnevali tradizionali e di passare un momento di festa insieme. Gli appuntamenti di Laste e Sottoguda si inseriscono infatti nella rete dei Carnevali agordini “Carnevai de le vai”. Numerosi quest’anno sono stati anche i curiosi venuti da fuori, spettatori entusiasti di queste caratteristiche usanze. Le due giornate sono terminate con due divertenti serate danzanti, a Laste presso la Sala dei Pompieri (come da tradizione) e in Val Pettorina presso l’Hotel Albe. Amore per le tradizioni, musica, allegria, amicizia ma anche volontà di fare rete e tanto impegno nell’organizzazione: questi alcuni degli ingredienti che hanno contribuito alla buona riuscita dei due eventi.

Infine, da menzionare il fatto che sono in corso le pratiche per la candidatura delle mascherate arcaiche dolomitiche (non solo dell’Agordino ma anche di Zoldo, Comelico, Val di Fassa e Carnia) a patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO. E di un vero e proprio patrimonio si tratta: espressioni culturali e identitarie, ma soprattutto tradizioni vive e sentite.

Siete tutti invitati ai Carnevali tradizionali di Laste e Sottoguda del prossimo anno!

Foto di Francesca De Dorigo, Sara Darman e Maurizio Morbin

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