Il respiro della materia: Luigi Sandi, artista emergente a novant’anni
Il Museo San Paolo di Monselice, dal 20 settembre al 19 ottobre 2025, ospita una mostra particolare. Essere un artista emergente a novant’anni: è questa la sfida e la sorpresa che Luigi Sandi offre al pubblico. Dopo una lunga carriera dedicata all’arte sacra e alla realizzazione di opere monumentali disseminate nelle chiese del Veneto, il maestro sceglie di presentare per la prima volta le sue sculture astratte: esercizi personali, atti di libertà creativa, pura espressione artistica; forme fluide, levigate, essenziali, che sembrano nate da un respiro trattenuto nella materia.
L’allestimento, curato da Giulia Salamon, dialoga con gli spazi del Museo San Paolo di Monselice, mettendo in relazione arte contemporanea, archeologia e spiritualità. Le opere sono collocate in punti meno valorizzati del percorso archeologico, trasformandoli in luoghi focali che esaltano la relazione tra materia scolpita e materia storica, sempre nel rispetto delle strutture originarie.
Le sculture e le fotografie diventano presenze delicate e potenti, capaci di amplificare la memoria stratificata del luogo senza alterarne l’identità.
Il progetto nasce grazie al sostegno della Pro Loco di Monselice, che mette a disposizione il prestigioso spazio museale e supporta l’organizzazione dell’evento.
L’ARTISTA
Luigi Sandi ha fatto del marmo la sua voce artistica. Uomo dall’aspetto mite ma radicato e tenace, si è formato in un dialogo costante con la natura e con la tradizione scultorea veneta. Predilige il bianco statuario di Carrara, il rosa portoghese e il marmo azzurro, materiali che sceglie personalmente nelle cave, instaurando con essi un rapporto diretto e quasi spirituale. Le sue opere nascono senza bozzetti preparatori: sono il frutto di un ascolto profondo della materia e del tempo. Per oltre sessant’anni si è dedicato principalmente all’arte sacra in Veneto, contribuendo con le sue sculture all’arredo liturgico di numerose chiese. Oggi, a più di ottant’anni, sceglie di presentare per la prima volta un corpus di opere astratte e contemporanee, offrendo una testimonianza artistica unica, sospesa tra tradizione e sperimentazione.
Nasce a Padova nel 1935, è figlio di Bruno Sandi, noto gioielliere orafo padovano. Dopo la formazione iniziale presso la Scuola d’Arte (sezione “cesello e sbalzo – metalli”), consegue nel 1959 il diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove studia con il maestro Alberto Viani. Su suo invito si avvicina alla lavorazione del marmo, perfezionandosi presso i prestigiosi laboratori-atelier di Carrara, come Andrei e Nicoli. Negli anni Sessanta partecipa a collettive riservate ai giovani artisti ed espone alla Biennale d’Arte Triveneta e al Padiglione dell’Artigianato alla Biennale di Venezia (1966), presentando lavori in oro sbalzato che riflettono la formazione acquisita nel laboratorio paterno. Dal 1963 intraprende l’attività di docente, insegnando per circa vent’anni la disciplina di Plastica: prima all’Istituto d’Arte “Pietro Selvatico” di Padova, quindi all’Istituto d’arte Antonio Corradini di Este. Parallelamente, porta avanti la sua attività artistica, mantenendo un legame costante con la ricerca scultorea. Negli anni Settanta sceglie la vita in campagna, trasferendosi ad Arquà Petrarca, dove trasforma la propria abitazione in atelier. Qui alterna il lavoro artistico alla coltivazione della vite e dell’ulivo, sviluppando una pratica sempre più legata alla natura e ai ritmi della materia. La sua ricerca si esprime attraverso molteplici materiali – marmo, pietra, ceramica, legno, bronzo e metalli sbalzati – ma trova nel marmo la sua voce più profonda. Sandi scolpisce senza bozzetti preparatori, lasciando che la forma emerga direttamente dall’incontro con la materia, in un dialogo continuo con la luce. Nel corso della sua carriera ha realizzato numerose opere di arte sacra, contribuendo a rinnovare l’estetica liturgica in diverse diocesi del Veneto.
Principali opere di Luigi Sandi in Veneto
Padova
– Parrocchia di Santa Rita – Ambone e Tabernacolo (1973).
– Parrocchia della SS. Trinità – Altare (1991).
– Basilica di Santa Giustina – Calice (1998), Via Crucis (2004).
– Parrocchia del Sacro Cuore – Altari (1989/90, 1997), Ambone (1998). – Cappella del Policlinico – Università di Padova – Via Crucis (1970/71).
Treviso
– Duomo di San Nicolò, Motta di Livenza – Altare e Ambone (2000).
– Parrocchia di San Michele, Salgareda – Altare, Ambone e Sede (2002). – Seminario Vescovile di Treviso – Formella murale (2004).
Venezia
– Convento dell’Isola di San Francesco del Deserto – Tabernacolo, candelabri, croci e Via Crucis (1967).
Rovigo
– Parrocchia di Santa Maria Assunta, Loreo – Fonte battesimale e candelabro (1969). – Convento delle Suore Clarisse, Porto Viro – Tabernacolo (1994).
Vicenza
– Monumento all’Emigrante, Piazza Papa Luciani, Segusino (2006).
– Cappella del Cimitero Comunale di Segusino – Formelle murali (2005).



