Acquisti online: Padova al terzo posto per i libri. Bene, ma non abbandoniamo i luoghi fisici

Nasce all’Arcella, su quattro piani, il grande centro culturale Du30: all’interno, oltre a spazi ricreativi e culturali, anche una fornita libreria, con particolare attenzione ai giovanissimi

Tre notizie, lette recentemente, hanno destato la mia attenzione in maniera positiva: secondo la classifica Amazon, primo libraio internazionale online sin dal 2010, Padova risulta al terzo posto tra le città italiane dove si legge di più; il Ministero della Cultura ha inserito nell’elenco delle Librerie di Qualità del 2025, quattordici negozi padovani ‒ in seguito ne elencherò i nomi ‒ che si sono distinti per il loro impegno nella promozione della cultura e della lettura; sta prendendo forma, nel quartiere Arcella, il megacentro culturale Du30 che verrà a costituire la più grande biblioteca della città, con uno spazio importante riservato ai libri per ragazzi.

Il fatto che, proprio a Padova, molte librerie abbiano chiuso i battenti, tra cui la mitica “Draghi” ‒ senza parlare delle edicole, che stanno completamente scomparendo dal territorio urbano ‒ va in controtendenza con l’esigenza di lettura, fortemente sentita dai cittadini. Tuttavia, in tempi di crisi economiche continue, non si possono sottrarre al bilancio familiare cifre permanenti per l’acquisto dei libri, attribuibili alla categoria del “superfluo”.

La via d’uscita la offre il mercato online, che attrae molti acquirenti per i prezzi competitivi dei diversi prodotti, libri compresi. Così rileva l’Osservatorio sulle Librerie, relativo al primo semestre 2025, presentato ad Alghero il 15-16 giugno scorso, realizzato da Format Research per conto di ALI, Associazione Librai Italiani. Si affianca Amazon che, per la ricorrenza dei suoi 15 anni di attività in Italia, ha stilato una graduatoria dei volumi maggiormente letti dagli italiani nel periodo luglio 2024 e giugno 2025. Tra i vari generi letterari, vi è una forte preferenza per la narrativa: emergono, in particolare gialli e thriller, psicologia e storia, formazione e consultazione.

In tal modo, oltre a risparmiare tempo e denaro, è possibile appagare anche il desiderio di “cultura” e di evasione. D’altra parte, da quando il Covid ha costretto tutti tra le mura di casa, molte persone si sono rivolte al mezzo digitale per evitare l’estromissione da ogni forma di “sapere”. Proprio grazie ad Amazon, arrivarono in soccorso tanti “amici”, in grado di riempire il vuoto esistenziale reso, a volte insopportabile e pericoloso per la salute mentale, dal particolare stato di reclusione.

Per implementare strategie di marketing ‒ cioè quel processo di creazione del valore all’interno di un sistema di mercato competitivo (Brainpull, 2023) ‒ bisognerebbe utilizzare, anche per la vendita dei volumi, la psicologia della Nuova Generazione, esattamente come fa Shein. L’azienda cinese, che immette sul mercato capi di abbigliamento a prezzi accessibili e in tempi molto brevi, ricorre all’utilizzo dei social ‒ Instagram e TikTok, in primis ‒ e alla pubblicità dei prodotti in video virali per aumentare la sua popolarità. Il successo è tale che il numero di visualizzazioni del sito supera, a volte, perfino quello di Amazon.

I prezzi bassi attirano, infatti, gli acquirenti internet adolescenti, in possesso di “paghette” ridotte, e con la smania di pubblicare ciò che hanno acquistato sui social media. Il diritto a sconti, da utilizzare per successivi acquisti, è un ulteriore incentivo. Shein, non solo si avvale di un sistema di promozione basato su algoritmi, ma invoglia anche i clienti a visitare frequentemente la piattaforma per svolgere diverse attività, come aggiungere articoli al carrello, guardare le trasmissioni di video online in tempo reale, partecipare al concorso per vincere punti da riscattare in seguito. Ciò aumenta le opportunità per i clienti di essere esposti a maggiori informazioni e ad incentivi per gli acquisti.

Potrebbe essere questa la soluzione del problema librerie? Va da sé che diverso è il contatto “fisico”: entrare in un negozio di libri, assaporare il profumo della carta, dischiudere con rispetto un volume, sono sensazioni impagabili. Meritorio, tuttavia, è il fatto di offrire la possibilità di leggere anche alle persone meno abbienti, quelle cioè che devono operare delle scelte ben precise di sopravvivenza, tenendo presente il livello di inflazione crescente.

Ben vengano, inoltre, iniziative che aprono ad occasioni d’incontro estendendo la cultura sul territorio, vivacizzando aree trascurate da tempo, come la vecchia e fatiscente palazzina ex Coni dell’Arcella. Al suo posto si sta sviluppando il Centro Culturale Du30 ‒ omaggio al padovano Gastone Rinaldi, primo Compasso d’Oro italiano ‒ cui ho fatto riferimento in apertura dell’articolo. Si tratta  di un edificio a quattro livelli: il piano terra ospiterà un bar, caffetteria a vetrate, una piazza, e l’ampia biblioteca per i bambini più piccoli; al secondo piano sarà allocata la biblioteca per adulti e per ragazzi oltre a uno spazio espositivo, dedicato ai laboratori per l’arte contemporanea e il design; al terzo piano verranno costruiti due residenze per ospitare artisti italiani e stranieri; al quarto ed ultimo piano, in una sorta di torretta, sono previsti altri nove piccoli appartamenti che avranno diversa destinazione.

Progettato da Settanta7 Studio Associato e Studio Perillo, esso si estende su una superficie di circa 2.000 metri quadrati: l’investimento complessivo si aggira intorno a 8,5 milioni di euro e sarà totalmente ricoperto dai finanziamenti del PNRR. La conclusione dei lavori è prevista per la fine del 2026. Tale spazio, commenta l’assessore alla cultura Andrea Colasio, è “uno dei pochi esempi di un luogo che nasce espressamente per l’attività culturale. Questo fa sì che la progettazione, la funzionalità e il complesso del sistema sia nato e pensato per la valorizzazione culturale; direi che è un punto di architettura contemporanea, un segno culturale che significa che qui si è voltata pagina, non solo rigenerazione architettonica ma riqualificazione urbanistica”.

Speriamo davvero sia la volta buona per una riaffermazione identitaria e culturale dei limitrofi quartieri Arcella e San Carlo, ma anche della città di Padova. Il privato ha ampiamente dimostrato la propria volontà di far fronte al problema della lettura, come evidenzia il prestigioso riconoscimento all’attività per la promozione del libro, assegnato alle 14 librerie padovane, sparse tra urbe e contado. Esse meritano di essere ricordate. Tra quelle che operano nel nucleo cittadino, vi sono San Paolo Gregoriana, Pel di Carota, Zabarella, Libraccio, Pangea, Storica Libreria Portello, La Volpe Volante e Limerick. In provincia, spiccano le Giunti al Punto di Monselice, di Piove di Sacco e di Rubano, Leggendo di Cittadella, Gregoriana Estense e Gregoriana Estense Junior di Este. Tutti i librai coinvolti concordano con quanto emerso alla tavola rotonda di Alghero, ovvero “che l’avvicinamento dei giovani alla lettura passi oggi dai social media che hanno oramai un ruolo propulsivo, ma anche attraverso la riprogettazione degli spazi come luoghi esperienziali, hub culturali ibridi capaci di essere flessibili, immersivi e interattivi. La scuola resta un attore imprescindibile, specialmente nelle fasce meno esposte alla lettura in famiglia. Il legame tra librerie e scuole può generare percorsi di lettura strutturati”.

In sostanza, imprescindibile deve essere la collaborazione tra privato e pubblico per soddisfare la necessità formativa di un sostrato sociale che richiede “cultura”. Collegare fatti e valori, ricercando politiche da articolare nel complesso mondo di idee, di interessi e di effetti, dovrebbe essere obiettivo prioritario per ogni democrazia avanzata.

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