Padova, aprile 1945: il tragico destino di due studenti, ultime vittime dei tedeschi in fuga
Un documento ricostruisce la fine di Beppino Smania e Giovanni Vicentini, uccisi proprio a ridosso della Liberazione
A Padova nei frenetici giorni di primavera di 80 anni fa, tra il 25 e il 28 aprile, si passò dall’ordine di insurrezione dato dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) veneto alla minaccia di rappresaglia da parte del comando tedesco. La sera del 27 però i rappresentanti della Repubblica Sociale Italiana (RSI) firmarono nel convento della Basilica del Santo la resa al CLN e al Corpo volontari della Libertà.
Il giorno successivo, 28 aprile, con l’arresto dei generali tedeschi Von Alten e Von Schering e il sequestro del generale Von Armin, fu drammatico ma anche risolutivo. Infatti al collegio universitario dei gesuiti Antonianum, in quel periodo quartier generale del CLN, fu sottoscritto il patto di resa delle forze tedesche.
Ma la tensione era palpabile da entrambe le parti come riportato da Pietro Galletto in “La Resistenza in Italia e nel Veneto: “… per meglio far eseguire il patto di resa firmato all’Antonianum dai tedeschi, il generale von Alten viene inviato al ponte del Bassanello sul canale Scaricatore e il colonnello Basse Korf a quello delle Brentelle di Sotto. Verso l’imbrunire arriva da Tencarola al ponte delle Brentelle una forte unità tedesca, che dal Basse Korf viene invitata a proseguire la ritirata verso le vie esterne alla città. Il comandante, che voleva entrare in Padova con le sue truppe, saputo della resa, pone immediatamente il Basse Korf agli arresti, lo sottopone subito a un tribunale di guerra, che lo condanna alla pena capitale per tradimento. La fucilazione viene eseguita sul posto la sera stessa…”.
Dall’altra parte di Padova, a Villatora di Saonara, nelle stesse ore un altro gruppo di SS non si vuole arrendere ai partigiani di Camin comandati da Luigi Tombola e inizia un rastrellamento a tappeto di tutti gli uomini, uccidendone undici in via Frassenedo a Villatora e massacrandone altri 35 nel giardino di villa Bauce a Saonara.
Nel clima terribile di quel giorno all’Antonianum inizia la via crucis di Beppino Smania e Giovanni Vicentini. Così Camillo Bianchi ed Enrico Lorini, in Due studenti e una motocicletta, riportano il resoconto della tragica giornata descritto nell’atto notarile del dott. Rodolfo Mazzoncini di Piazzola sul Brenta, il 13 settembre 1945, e controfirmato da numerosi testimoni:
A Padova, fra gli studenti del Pensionato universitario Antonianum: erano le 8 del 28 aprile 1945. Il dott. Lorenzo Bidoli – nome di battaglia Lampugnani – comandante della piazza di Padova, disse ai presenti (erano parecchie decine gli studenti patrioti) che a tutti i costi e con qualsiasi mezzo ed ognuno ne comprese la gravità e il pericolo, un ordine doveva essere recapitato a Treviso. Si presentarono volontari: Beppino Smania, diciassettenne studente liceale, e Giovanni Vicentini, studente universitario. Con una moto-carrozzina, bottino dello Smania ai tedeschi, partirono volontari, fieri, entusiasti che fosse dato loro di assolvere così importante compito. Guidava Beppino Smania, verso le ore 9 passava per la sua abitazione per cambiarsi il vestito grondante acqua per un’azione a cui aveva partecipato durante la notte. Ai suoi genitori … disse “Ho dato la mia parola d’onore che eseguirò l’incarico e devo mantenerla”. La missione fu compiuta: l’ordine di riscossa al CLN di Treviso fu consegnato puntualmente … Ma al ritorno verso le 16,30 furono fermati tra Caselle e Mellaredo di Vigonza da una pattuglia di tedeschi. Alle 17.30 la moto fu vista transitare da Vigonza alla volta di Peraga … con alla guida lo Smania e nel carrozzino il Vicentini con le mani legate dietro la schiena: sul seggiolino posteriore un tedesco con un’arma puntata … Poco dopo le 17.30 la moto entrò nel cortile della casa Artuso, nel centro di Peraga, dove aveva sede un comando tedesco… per essere interrogati … Con tutta probabilità i tedeschi avuto sentore del movimento partigiano nei dintorni e preoccupati di una reazione nei loro confronti da parte dei patrioti locali, decisero l’esecuzione dei giovani in luogo meno abitato. Qualunque sia la versione i due nostri eroi verso le 18.30 furono visti partire disarmati alla volta di Padova con la loro motocicletta. Immediatamente due tedeschi a bordo di un’altra moto partirono all’inseguimento. Probabilmente il piano loro era di trucidare i due patrioti nel tratto di strada che da Vigonza porta al tunnel di Ponte di Brenta, località deserta m specie in quella sera che tutti ricordano per i tremendi fatti che si svolsero su tutte le strade del Veneto … All’alba del giorno seguente i corpi dei due eroi furono trovati nei pressi del tunnel … dall’esame peritale sul luogo e sui corpi delle vittime, si è potuto ricostruire il fatto nel modo seguente: mentre la moto correva a moderata velocità, in prossimità di Ponte d Brenta lo Smania fu colpito da due proiettili di fucile mitragliatore alla testa. Il Vicentini che era seduto nella carrozzina, probabilmente leggermente ferito, potè scappare, ma mentre correva sulla scarpata verso l’alto del terrapieno che porta ai binati della Padova-Venezia veniva fatto segno a una scarica di fucileria . venne poi trascinato in piano dai tedeschi, i quali lo freddarono a bruciapelo con una scarica di mitra. Anche il corpo dello Smania venne trascinato vicino a quello del Vicentini; ed altra scarica completò lo scempio dei loro cadaveri”.
Il documento, firmato da 10 testimoni in presenza del notaio Mazzoncini, termina con queste parole:
“Così proprio mentre un’aurora di vita si schiudeva per voi. Beppino Smania e Giovanni Vicentini, piccoli, grandi eroi, immolavate le vostre limpide esistenze per il più grande degli ideali: l’Italia che rinasce, l’Italia che ritorna nostra!”.

Beppino Smania, nato a Padova il 9 gennaio 1928, studente della IIE del Liceo Tito Livio di Padova. A suo nome fu intitolato il Reparto Scout Padova VII del Pensionato Universitario Antonianum e il liceo Tito Livio, oltre ad istituire a suo nome una Borsa si studio annuale, lo ricorda nella lapide posta a memoria di tutti i caduti professori e studenti dell’Istituto. Gli è stato inoltre concesso il “Certificato di Partigiano” firmato dal Generale Harold Alexander.

Giovanni Vicentini, nato a Ariano Polesine il 2 maggio 1920, studente dell’Università di Padova, fu Sottotenente di artiglieria di complemento. Gli sono state conferite la laurea ad honorem in chimica, l’11 giugno 1947, e la Medaglia di bronzo al valor militare il 19 settembre 1949.