I Pooh, oltre cinquant’anni di musica
Due concerti in Piazza San Marco, a inizio luglio, per uno dei gruppi più longevi e creativi dell’intero panorama internazionale
Nel corso del loro tour italiano, i Pooh hanno fatto tappa anche in Veneto e precisamente in Piazza San Marco, a Venezia, il 5 e 6 luglio scorsi, per poi discendere lungo la penisola, a Ferrara, l’8 luglio. Non c’è che dire: per quanti hanno vissuto l’esperienza di partecipare ad un loro concerto si tratta di momenti indimenticabili.
Non è solo la musica a colpire, ma un’armonia d’insieme che non si trova più nel panorama italiano. Innanzitutto, i Pooh uniscono diverse generazioni: ai loro concerti sono presenti appassionati in là con gli anni, famiglie con bambini al seguito, fratelli e sorelle e molti giovani, forse alla ricerca di melodie rock e prog che oggi non si suonano più.
I Pooh sono anche tra i pochi gruppi italiani rimasti. Oggi la musica è costellata di cantanti singoli che partecipano, rigorosamente da soli, a concorsi e ribalte televisive. Non è facile suonare assieme ad altri, perché richiede la pazienza del conoscersi, dell’aspettare, del sopportarsi, dell’entrare in sintonia. Doti rare nei tempi contemporanei, ove tutto è ricondotto all’individualismo.
Di particolare pregio è anche il fatto che le canzoni sono scritte e musicate da ciascuno dei componenti della band, perciò le storie sono molte e molto diverse tra loro, ma vengono suonate e cantate da tutti, insieme. Proprio come una vera squadra, senza pregiudizi e giudizi.
I temi affrontati sono sbalorditivi perché guardano la vita senza ipocrisie. Sono racconti di amori, di quotidianità, di eventi sia negativi che positivi, temi toccati sempre con rigore poetico e, al contempo, con semplicità, quella semplicità che fa entrare le canzoni dei Pooh nelle case di tutti gli italiani.
Per nulla trascurabile è anche il livello musicale. Possono infatti annoverare tra le loro fila lo storico chitarrista Dodi Battaglia, tra i più virtuosi a livello mondiale, per non parlare della voce di Roby Facchinetti, dalle mille sfumature, e dell’incredibile bassista trevigiano Red Canzian.