Una tassa di scopo per i non autosufficienti
È tempo di dare avvio alla “concertazione sociale” finalizzata all’eliminazione delle povertà e delle ingiustizie che colpiscono chi è costretto a farsi carico di tutte le spese relative a disabilità e malattie
Assolutamente non per polemizzare ma solo per chiarezza di informazione. Il Presidente della Giunta Regionale del Veneto recentemente, con eccessiva enfasi, come accade spesso, ha dichiarato ai mass-media che non ha prelevato ai veneti, negli ultimi dieci anni, ben 16 miliardi di euro, per effetto della non applicazione della quota aggiuntiva Irpef regionale. Il Presidente regionale e la (sua) Giunta, dimenticano (volutamente?) che migliaia di persone che vivono in Veneto, quotidianamente, affrontano pesanti costi per le compartecipazioni economiche per cure sanitarie, per servizi assistenziali e per ospitalità nelle RSA. Tutte prestazioni che, in gran parte, sono livelli (diritti costituzionali) essenziali pubblici finalizzati alle cure delle persone malate, disabili, non autosufficienti e povere. Il Presidente della Regione Veneto, da molto tempo è a conoscenza della proposta, più volte sollecitata (anche) dalla CGIL e da altre organizzazioni sindacali e sociali, di una addizionale Irpef regionale da applicare sui redditi annui che superano i 60 mila euro. Le entrate di questa addizionale, in quanto “tassa di scopo sociale”, andrebbero finalizzate, appunto, alla riduzione delle sopracitate compartecipazioni economiche. Quindi, non è vero che la Giunta Regionale non ha messo le mani in tasca ai residenti in Veneto. Negli ultimi dieci anni, se si sommano tutte le quotidiane compartecipazioni economiche per le presentazioni sanitarie ed assistenziali, le famiglie venete e chi a vario titolo vive in Veneto, concretamente dai loro redditi sono stati “prelevati” molti di più dei 16 miliardi evidenziati dal Presidente della Giunta Regionale Veneto. Sarebbe bene, opportuno e utile, che su questo spinoso argomento, invece delle dichiarazioni propagandistiche elettorali, la Regione Veneto (intesa come: Giunta e Consiglio) dovrebbe costituire il “gruppo sociale e istituzionale di confronto” per dare (urgentemente) avvio alla “concertazione sociale” finalizzata alla eliminazione delle povertà e delle ingiustizie.