Anziani, bonus per pochissimi
Soltanto una piccola parte di non autosufficienti risulterebbe beneficiaria dell’aiuto economico
Ci vuole veramente un coraggio da leone nell’affermare che il recente decreto legislativo “risolve le difficoltà economiche delle persone anziane”. Di fatto, invece, le strumentali dichiarazioni di alcune “voci governative e parlamentari di maggioranza” sono slogans di propaganda partitica, in vista delle prossime elezioni amministrative ed europee. Il governo in carica ha avviato (in minima parte) l’iter per la definizione e l’approvazione dei decreti previsti dalla legge delega, del precedente governo Draghi, per garantire agli anziani non autosufficienti concreti ed efficaci servizi curativi-assistenziali ed esigibili interventi finanziari, al fine di cancellare (o almeno ridurre) la compartecipazione economica, pesantemente a carico degli ospiti nelle RSA o, per l’assistenza domiciliare, delle famiglie. Il peso economico della compartecipazione, da sempre sulle spalle delle persone non autosufficienti o delle loro famiglie, o sui bilanci dei Comuni per situazioni di completa indigenza, è quotidianamente presente perché soprattutto patologie quali alzheimer e demenza senile non sono mai state (e non lo sono nemmeno in questo propagandato decreto) considerate “malattie croniche irreversibili”, rientranti a tutti gli effetti – curativi, assistenziali, economici – nei LEA-LEP sanitari, sigle che indicano i livelli essenziali di assistenza e di prestazioni.
Ritornando al decreto “bonus anziani”, sarebbe bene ed opportuno che il governo precisasse all’opinione pubblica che il miliardo di euro, oltretutto solo per il biennio 2025-2026, è un “intervento caritatevole” unicamente per circa 25 mila over80 in gravissime condizioni fisiche o psicologiche. Per concretizzare diritti curativi-assistenziali, senza il peso della compartecipazione, ai circa quattro milioni di anziani non autosufficienti, in ogni bilancio annuale dello Stato dovrebbero (devono) essere stanziati almeno otto miliardi di euro. Bene hanno fatto i Sindacati Pensionati Cgil, Cisl e Uil a sottolineare la preoccupante insufficienza dei recenti “sussidi governativi”. Il governo, se effettivamente ha a cuore le sorti di tutte le persone anziane non autosufficienti, ha un’unica strada da percorrere, ovvero la concertazione” con le parti sociali: organizzazioni sindacali, terzo settore, associazioni economiche, enti locali, volontariato, patto per il welfare. Gli anziani non autosufficienti sono persone fragili, da rispettare e non da prendere in giro.