Miliardi per le armi, briciole per l’assistenza

Un’evidente contraddizione sulla pelle dei cittadini più fragili

Anche se la Costituzione stabilisce che l’Italia ripudia la guerra, i Governi (non solo l’attuale) hanno finanziato e finanziano annualmente, con decine di miliardi di euro, nel 2025 circa 32 miliardi, le spese militari. Nell’elenco di queste spese anche miliardi per armi, strumenti destinati a possibili conflitti di morte mascherati come attrezzature di difesa. Invece sul versante delle cure socio-assistenziali per persone (soprattutto anziane) non autosufficienti, solo “pelosa carità con briciole di euro”. Le famiglie, con congiunti non autosufficienti, colpiti dalle patologie invalidanti quali demenza senile e Alzheimer, ricoverati nelle Rsa, sono costrette a pagare mensilmente onerose rette di ospitalità, in media dai 1.500 ai 2.500 euro. Queste patologie, immotivatamente, non sono incluse nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) sanitari o nei Leps per le prestazioni sociali. Ciò determina l’obbligo alla compartecipazione economica per le cure socio-assistenziali e anche, in qualche caso, per quelle socio-sanitarie.

Se il fondo nazionale per la non autosufficienza fosse annualmente finanziato con almeno otto miliardi di euro, il peso finanziario della compartecipazione sarebbe eliminato o comunque ampiamente ridimensionato. Sarà bene e opportuno che la politica italiana che governa il Paese si impegni maggiormente sui versanti della pace; della sanità pubblica; della disabilità e della non autosufficienza. È necessario un costruttivo impegno politico del Governo, del Parlamento, delle Regioni e degli Enti Locali, da concretizzare urgentemente nelle sedi della concertazione, del confronto e della sottoscrizione di accordi con i portatori di interesse: Cgil, Cisl, Uil, Terzo Settore e universo del volontariato. 

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