Sofia Corradi, la tenace “mamma Erasmus” che inventò la rete di scambi studenteschi

Sofia Corradi, per tutti «mamma Erasmus», ci ha lasciato lo scorso 17 ottobre. Aveva 91 anni. La notizia della sua scomparsa è arrivata proprio mentre in Europa si concludeva la nona edizione degli Erasmus Day, l’iniziativa di promozione del progetto Erasmus in corso nelle scuole e nelle organizzazioni della società civile dal 13 al 18 ottobre. Sofia Corradi è stata tra coloro che, forse, più di tutti ha contribuito all’abbattimento delle frontiere tra gli stati europei, colei che ha fatto muovere milioni di persone da un Paese all’altro per sviluppare un’esperienza di studio e di formazione all’estero. “Mamma Erasmus” aveva sognato una gioventù europea che si incontrasse e si arricchisse delle proprie differenze. Ispirandosi ai viaggi di formazione dei grandi pensatori dal Medioevo al Rinascimento, la Corradi tornava a dare lustro e a regolamentare quello scambio culturale che avrebbe reso l’Europa più vicina e accessibile ai giovani. Milioni di studenti le devono un pezzo di vita e un orizzonte.

Il programma Erasmus di Sofia Corradi (European Region Action Scheme for the Mobility of University Students) nasce ufficialmente nel 1987, coinvolgendo inizialmente 11 Paesi europei. La missione è chiara: promuovere la mobilità, lo scambio culturale e il riconoscimento accademico tra università europee. Con il tempo, il progetto si allarga: diventa Erasmus+, includendo non solo studenti universitari, ma anche tirocinanti, docenti, educatori, apprendisti e formatori. Oggi è una delle iniziative più longeve e amate dell’Unione Europea, con oltre 13 milioni di partecipanti e una rete che abbraccia scuole, enti di formazione e imprese in tutto il continente.

L’idea di consentire ai giovani di studiare all’estero le venne in mente da studentessa, nel 1958, quando non le furono riconosciuti gli esami sostenuti in un’università americana. Celebre la sua affermazione: “Un’arrabbiatura e un’umiliazione: ecco la genesi dell’Erasmus. Ho promesso a me stessa che nessun altro studente avrebbe dovuto subire un’offesa come quella che avevo patito io. […]  I “no” che si ricevono sono senz’altro un enorme stimolo a cambiare le cose e per me hanno rappresentato il punto di partenza. Certo, è necessario un grande spirito combattivo: rinunciare è semplice, ingaggiare una o più battaglie per fare in modo che il “no” si trasformi in un “sì” è impegnativo, ma porta enormi soddisfazioni”.

Classe 1934, laureata con lode in Giurisprudenza all’università La Sapienza di Roma, pedagogista, docente e membro del Senato accademico a Roma Tre, dove è stata anche Direttore del “Laboratorio di Educazione Permanente” e del “Corso di Perfezionamento in Teoria e Prassi dell’Educazione degli Adulti”, dottorato honoris causa conferitoLe dall’Università Paris 1 Panthéon Sorbonne. Nel corso della sua carriera accademica ha svolto attività di ricerca, collaborando con istituzioni internazionali di primo piano come la Commissione per i Diritti Umani dell’Onu, l’Accademia di Diritto Internazionale dell’Aja e la London School of Economics.

Sofia Corradi ha avuto la soddisfazione, nella sua lunga vita, di vedere largamente riconosciuto il suo impegno. Ha scritto molti saggi (l’ultimo, proprio sull’Erasmus, uscito nel 2015), ha lavorato sul diritto allo studio come diritto umano fondamentale, ha avuto una cattedra a Roma per ventiquattro anni e s’è fatta una solida fama internazionale nel campo dell’educazione permanente. È stata nominata commendatore al merito della Repubblica italiana, sono state istituite borse di studio a suo nome. Ma la sua vera consacrazione è stata quel 9 maggio 2016, all’età di ottantadue anni, quando le viene conferito il “Carlo V” alla presenza del re di Spagna Felipe e del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Il Premio Europeo Carlo V, prestigioso riconoscimento  della Fondazione Accademia Europea e Iberoamericana di Yuste, in Spagna, viene assegnato a coloro che hanno contribuito in modo determinante alla conoscenza generale e alla valorizzazione dei valori culturali, scientifici, storici dell’Europa, così come al processo di unificazione della Comunità Europea. Dal 1995 – anno della sua istituzione – a oggi, grandi personalità e organizzazioni internazionali lo hanno ricevuto, recentemente Mario Draghi, in passato Gorbaciov, Jacques Delors e Simone Veil, solo per citarne alcuni.

Bisogna “difendere l’Europa e i suoi valori dalle tendenze che, anacronisticamente, cercano di disgregarla facendo leva su irrazionali paure ed incertezze”, scrisse il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al re di Spagna e alla Fondazione “Academia Europea de Yuste” in occasione della consegna del premio alla professoressa Corradi, conferito con la seguente motivazione: “Lei (Professoressa Corradi) riceve il Premio Europeo Carlo V come riconoscimento della Sua carriera, del Suo impegno e del Suo contributo nel processo della costruzione e integrazione dell’Europa per mezzo della ideazione e implementazione del Programma Erasmus dell’Unione Europea, come pure del suo lavoro a favore della mobilità universitaria, soprattutto dei giovani studenti europei, come garanzia per il domani e per il futuro dell’Europa. I risultati del Suo lavoro, che favoriscono il processo di integrazione europea, comprendente la promozione di comuni valori universali, quali il pieno rispetto della diversità, sono già tangibili e visibili, e hanno costituito le fondamenta per altre analoghe iniziative educative di successo, che vanno al di là dei confini dell’Europa”.

Il resto è storia. Oggi Erasmus+ è il programma dell’Unione europea per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport in Europa. Nato nel 1987 con il nome di Erasmus, dal 2014 è chiamato Erasmus+ ed è il più noto e longevo dei programmi finanziati dall’UE nell’ambito della mobilità tra paesi comunitari. Un record confermato dai numeri, con oltre 16 milioni di persone coinvolte dal 1987 a oggi. Il nome Erasmus è l’acronimo di EuRopean community Action Scheme for the Mobility of University Students, ma, soprattutto, rende omaggio a Erasmo da Rotterdam, il grande umanista olandese che 500 anni fa viaggiò in tutta Europa per comprenderne le differenti culture.

Erasmus+ è sinonimo di grande esperienza di vita, di arricchimento personale e apertura mentale (da qui il suo motto: Arricchisce la vita, apre la mente). Nel percepito comune, la parola Erasmus viene associata soprattutto allo scambio culturale ed educativo all’estero durante il periodo universitario. Invece non tutti sanno che ai progetti del Programma Erasmus+ si può partecipare già dalla scuola dell’infanzia e primaria e anche dopo l’università e in età adulta, con un potenziale coinvolgimento di milioni di persone in Europa, e non solo.

Tra le evidenze più significative emerge che Erasmus+ è donna. Secondo il Rapporto Erasmus+ 2023, il 63% delle persone che si muovono con l’Erasmus+ sono ragazze. Ma non solo: anche nei tirocini lavorativi fatti con Erasmus+ il 65% dei partecipanti sono donne.  Qualche numero? Dal 1987 a oggi sono circa 455mila le donne che dall’Italia sono partite per vivere l’esperienza Erasmus+, mettendosi in gioco, superando le barriere linguistiche e coltivando nuove amicizie e connessioni. Per un’esperienza di vita, di cui ci si ricorda per tutta la vita. 

Ora che Sofia Corradi ci ha lasciati le sue parole risuonano familiari ma anche come monito profetico: “È per me motivo di orgoglio e di profonda soddisfazione sentire le studentesse e gli studenti di tutta Europa che ora si riferiscono a me con l’affettuoso soprannome di Mamma Erasmus. […] Gli obiettivi generali dell′Erasmus si possono riassumere in due punti fondamentali: la promozione della pace attraverso l’amicizia tra i giovani di Paesi diversi e la democratizzazione del diritto allo studio offrendo a un gran numero di studenti (e anche di lavoratori di ogni livello) un’esperienza formativa all’estero che non comporta ritardo nel conseguimento del titolo di studio […] L’Erasmus è un progetto di pace. Perché chi ha studiato insieme in Europa non si farà mai la guerra”  (dalla Lectio magistralis di Sofia Corradi in occasione del conferimento del Dottorato di ricerca. in Psicologia sociale, dello sviluppo e ricerca educativa assegnatole dall’Università di Roma La Sapienza, 20 aprile 2021)

Antonella Cesari è Ambasciatrice ERASMUS + EDA (LAZIO)

Per maggiori info: ERASMUS DAYS  www.erasmusdays.eu

ERASMUS +www.erasmusplus.it

AMBASCIATORI ERASMUS+ EDA www.erasmusplus.it/educazione_adulti/ambasciatori-erasmus-eda/

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