Un’etica del lavoro più che mai valida

La figura e i valori di Giacomo Matteotti nel libro di Crivellari e Jori

Nel centenario dell’assassinio perpetrato dal regime fascista, è più che mai opportuno ricordare il socialista, polesano, antifascista Giacomo Matteotti, riprendendo una parte dell’ottimo ricordo del “grande italiano del novecento” presente nel libro di Diego Crivellari e Francesco Jori: Giacomo Matteotti figlio del Polesine, Apogeo Editore.

“Il socialismo di Giacomo Matteotti non è mai stato qualcosa di disincarnato (…) I socialisti credono nell’emancipazione della classe lavoratrice (…) sono anche per la lotta di classe e non per la guerra di classe. Lotta di classe, cioè difesa del lavoro sul terreno economico, per l’ascensione continua della forza e della capacità dei lavoratori, che devono tutelare i loro salari (…) Lotta di classe, cioè difesa del lavoro sul terreno politico, per rivendicare ai lavoratori il diritto di influenzare e di governare anche la cosa pubblica (…) Lotta di classe per aumentare la produzione regolandola all’interesse della collettività operosa (…) Lotta di classe non per emancipare una classe e opprimerne un’altra, ma perché tutti i privilegi di classe siano aboliti, e tutti i cittadini siano eguali di fronte all’obbligo di cooperare alla produzione della ricchezza e al maggiore benessere economico (…) Lotta di classe per suscitare in ognuno la dignità di uomo (e donna, n.d.r.) e l’aspirazione o la capacità di elevarsi, non contro i propri simili, ma nella coordinata armonia di tutti per la comune ascensione. Lotta di classe per dare a ogni nato di donna la possibilità massima di sviluppare le sue capacità e attitudini al lavoro a vantaggio della collettività”.

Questa sintesi dell’insegnamento valoriale di Matteotti sui temi (anche) del lavoro, espresso negli anni Venti del secolo scorso, appare tuttora di grandissima attualità.

Ti potrebbero interessare anche questi articoli

Piero Filippetto e Lanfranco Zancan, due padovani a Milano tra il 1943 e il 1945

Il padovano padre Piero Filippetto s.j., dai primi mesi del 1943, insegna storia e filosofia al liceo classico dell’Istituto Leone XIII, scuola della Compagnia di Gesù di Milano. Ma il 1943 è un anno difficile e burrascoso nella città lombarda,…Continua a leggere →

Don Sturzo e la musica come espressione di trascendenza

Di Don Luigi Sturzo si conosce l’infaticabile attività politica e sociale. Organizzatore di leghe contadine nella Sicilia di fine Ottocento, fondatore della Associazione Nazionale Comuni Italiani e suo vicepresidente, fondatore del Partito Popolare nel 1919, portandolo ad un risultato entusiasmante…Continua a leggere →

Il beato Giuseppe Toniolo, economista cattolico

Nel presentare la figura di Giuseppe Toniolo (1845-1918) a centottanta anni dalla nascita, Marco Zabotti, direttore scientifico dell’Istituto Beato Toniolo, nella diocesi di Vittorio Veneto, e autore di Giuseppe Toniolo. Nella storia il futuro (2018) e di Le cose nuove….Continua a leggere →

Capitalismo 4.0: versioni diverse di uno stesso “software”

Già nel 1886, l’ingegnere ed imprenditore tedesco Ernst Werner von Siemens (1816-1892) – fondatore insieme ai fratelli della casa elettrotecnica Siemens – evidenzia l’accelerazione costante dello sviluppo della civiltà. Infatti, a partire dagli anni cinquanta del XX secolo, i cambiamenti…Continua a leggere →

Aumentano le denunce di abusi, ma cresce anche il coraggio di affrontarli

“La violenza subita ha lasciato un segno dentro di me che non sarà mai cancellato, è una ferita così profonda che non cicatrizzerà mai. Passeranno i giorni, i mesi, gli anni, ma non servirà a nulla: quella ferita rimarrà sempre…Continua a leggere →