Le rette delle case di riposo: un onere eccessivo per molte famiglie

Necessaria una mobilitazione per approvare un intervento finanziario governativo

Il 2025 si sta caratterizzando come uno degli anni più onerosi per gli ospiti non autosufficienti nelle Rsa. Le rette, già da sempre molto elevate, nel corso del 2025, aumenteranno mediamente da uno a due euro al giorno. Una situazione che colpisce pesantemente i redditi delle famiglie, chiamate, obbligate, a pagare la compartecipazione sulle prestazioni socio-assistenziali, con quote dai 1.500 ai 2.000 euro mensili. Una situazione veramente inaccettabile sulla quale, giustamente, opportunamente, sia i tre Sindacati dei Pensionati Cgil Cisl e Uil (nazionali, regionali e provinciali) che le associazioni Uripa e Uneba, da molto tempo in più occasioni, hanno invitato le pubbliche amministrazioni, in primis Governo e Regioni, a risolvere la questione: “costi elevati” sui versanti delle rette di ospitalità e della gestione aziendale e dell’organizzazione dei servizi case di riposo.

Le principali patologie che fanno aprire le porte delle Rsa sono Alzheimer e demenza senile. Queste patologie, incredibilmente non considerate “malattie” a tutti gli effetti, compresi quelli assistenziali, non sono valutate come Lea-Leps (livelli essenziali assistenziali – prestazioni sanitarie), a carico completo del sistema sanitario pubblico. Anche se alcune sentenze giudiziali recentemente hanno accolto favorevolmente i ricorsi personali del non pagamento delle rette socio-assistenziali, il problema non è risolvibile nelle sedi dei tribunali. Le patologie che provocano non autosufficienza e disabilità, con specifici provvedimenti legislativi ed adeguati finanziamenti pubblici, devono entrare, a tutti gli effetti sanitari e assistenziali, nei Lea-Leps. Purtroppo si sta registrando indifferenza e sottovalutazione da parte del Governo e della stessa Giunta Regionale Veneto. Per non continuare a far subire alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie la pesantissima compartecipazione economica alle rette delle Rsa, diventa indispensabile una grandissima mobilitazione popolare, sostenuta dalla “massa critica” formata da tutti i portatori di interesse. Realisticamente, una mobilitazione permanente per spingere Governo e Parlamento ad approvare il decreto per il finanziamento, almeno annualmente con otto miliardi di euro, del fondo per la non autosufficienza.  

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